ROMA – ‘Coraggio Italia’ debutta in Parlamento e nel centrodestra si scatena uno tsunami. La riunione sulle amministrative, fissata per le 17.30 a Montecitorio, viene rinviata con l’ira di Silvio Berlusconi che da Arcore arriva fino ai palazzi della politica romani. Forza Italia, filtra da fonti azzurre “non parteciperà ad alcun vertice con chi, violando gli accordi di coalizione e l’invito a rivolto nel corso dell’ultima riunione, ha promosso un’iniziativa fondata sul trasformismo e sul cambio di casacca di parlamentari che, peraltro, non sarebbero stati ricandidati”. Sintesi “Giovanni Toti è inaffidabile e scorretto”, nessun confronto.
E’ alta la tensione nel partito, che oltre agli addii – ben 11 a Montecitorio – deve anche placare la preoccupazione tra i parlamentari per le condizioni di salute dell’ex premier. La virata poi è verso un progetto, quello di Luigi Brugnaro e Giovanni Toti, che intende occupare lo spazio di ‘centro’ lasciato sguarnito e contemporaneamente contare in Parlamento e in coalizione. Quello di oggi infatti sarebbe stato anche il battesimo del movimento al vertice politico, con Toti accompagnato dal nuovo capogruppo Marco Marin, azzurro di vecchia data e Paolo Romani, senatore ed ex ministro del Pdl, che già da tempo aveva chiuso ogni rapporto con il partito.
Uno smacco che, lo stesso governatore della Liguria motiva così: “Vogliamo riaggregare la diaspora dei moderati, ridare loro una casa. Essere moderati e parlare un po’ più sottovoce di altri non vuol dire avere idee più fragili, anzi le nostre idee sono molto forti”. E consapevole dell’irritazione che già ieri sera era uscita dal portone di Villa San Martino, Toti avverte: “Berlusconi è stato uno dei grandi statisti, forse l’unico che ha provato a cambiare questo paese negli ultimi 20 anni. Questa è una casa aperta, se Forza Italia domattina vuole venire, ben venga, siamo per includere, venga chi vuole. Ma qualcuno la finisca di mettere blocchi o veti per interessi personali a un centrodestra che si vuole riformare. Sono per il dibattito, sono contro chi non vuole aprire questo centrodestra”.
Per l’uomo di Arcore comunque l’azione di Brugnaro e Toti è vissuta come un vero e proprio tradimento. Già ieri sera le indiscrezioni di fuoriuscite numericamente pesanti aveva fatto attivare lo stesso Cav che, in prima persona, aveva provato a far tornare sui loro passi alcuni nomi noti. E la prima ‘disdetta’ è arrivata. Nissoli in mattinata esce dalla rosa Toti-Brugnaro confermando “è un positivo contributo al Paese” ma “io sono stata eletta con Forza Italia e dunque – coerentemente con il mandato che mi hanno dato gli elettori, e per rappresentare in Parlamento le istanze degli italiani all’estero – resto convintamente in Forza Italia e con il presidente Berlusconi”.
L’unica a tornare sotto l’ombrello di Forza Italia, che nasconde tuttavia un giallo da svelare. Nissoli infatti figura tra i soci fondatori del nuovo movimento politico del sindaco di Venezia, come del resto anche Tiziana Piccolo, parlamentare della Lega che ieri sera aveva traslocato in Coraggio Italia e oggi è tornata nel Carroccio. Per Piccolo le parole di Salvini sono state più che convincenti: “Era, è e sarà una valida e stimata rappresentante della Lega, l’obiettivo comune è quello di continuare a lavorare nell’interesse dei cittadini della Provincia di Bolzano, dell’Alto Adige e di tutta Italia”.
Il gruppo alla Camera alla fine scende a 23 componenti, sette in Senato ma, filtra da Coraggio Italia, “altri avevano mostrato interesse, non sarà un problema risalire ed essere più forti”. Il vertice sulle amministrative comunque salta, l’ipotesi è che venga riconvocato al ritorno di Matteo Salvini dalla sua visita in Portogallo, quindi orientativamente tra martedì e mercoledì. Il tempo in questo caso potrebbe non essere tiranno, da un lato per far abbassare la tensione tra i vertici azzurri e quelli fucsia e dall’altro per approfondire alcuni candidati per le prossime amministrative.
Su Roma sono stati commissionati altri sondaggi, i pretendenti sono sempre Enrico Michetti e Simonetta Matone, anche se sembra che sia tornato nella lista anche il presidente della Croce Rossa italiana, Francesco Rocca. Sui civici restano i dubbi di Forza Italia che preferirebbe un politico con in pole Maurizio Gasparri per la capitale. Difficile, tuttavia, che Meloni ceda la piazza. A Milano bocche cucite, Salvini prosegue il suo ‘casting’ tenendo l’assoluto riserbo sui nomi, anche se oltre a Annarosa Racca, sarebbero riemersi profili come l’imprenditore Ruggiero e il professore della Bocconi Dallocchio.
Napoli invece è tutta un’altra storia. Catello Maresca ormai si è candidato, ma resta un uomo della società civile, come ha ribadito più volte. “Noi dialogheremo con tutti, nella consapevolezza che dovremo sapere chi viene a sedersi al tavolo, con quali contenuti e proposte e in quale prospettiva, e poi faremo le nostre valutazioni. Ovviamente questo lo scopriremo vivendo”, ricorda. E il confronto sembra essere stato avviato.
Non è un mistero che il centrodestra convergerebbe con ‘gioia’ verso il pm in aspettativa, senza però rinunciare al simbolo. Per questo nei prossimi giorni Maresca dovrebbe incontrare sia Salvini che i vertici di Forza Italia e a quel punto trovare la quadra. La speranza nella coalizione è che si apra una ‘reciproca’ collaborazione, altrimenti nella lunga lista di incognite si aggiungerebbe anche Napoli.(LaPresse)