ROMA – E’ il giorno del summit del centrodestra per la scelta del leader da presentare alle prossime elezioni di fine settembre. Tensione nello schieramento, con Giorgia Meloni che sostiene la linea per cui chi ottiene più voti sceglie il leader. Mentre il partito di Silvio Berlusconi sembra snobbare la questione: “Una questione che non mi interessa”, tuona il Cavaliere. Intanto sull’altra sponda è polemica verso i ‘traditori’ di Mario Draghi. “Sono impraticabili le alleanze con chi ha votato la caduta di Draghi o con chi non lo ha mai votato, come Fratoianni”. Lo dice il leader di Azione, Carlo Calenda, intervistato a Radio Anch’io rivolgendosi a distanza al segretario del Partito democratico, Enrico Letta, sul suo ‘no’ ai Cinque Stelle. “Li ritenevo un pericolo per l’Italia anche quando avrei potuto fare il ministro o il sindaco – ha detto Calenda – e su questa cosa dei Cinque Stelle voglio andare fino in fondo per non trovarmi dopo le elezioni con un’alleanza che sarebbe una presa in giro”. “Serve una parola chiara di Letta su valori diversi – ha concluso – che non si possono ricomporre”.