MILANO – Il progetto di un partito unico nel centrodestra “non è una proposta da realizzare domani mattina, ma nel 2023. Anche perché il centrodestra è maggioritario nel Paese e probabilmente le elezioni le vincerebbe, ma poi bisogna governare. E per governare bisogna essere una forza moderata e credibile. I risultati in Francia o a Madrid dicono questo. Il pendolo della politica va verso il Ppe. lo dimostra anche il fatto che Forza Italia cresce nei sondaggi, gradualmente ma di continuo. Un passo da alpino, come direste a Torino”. Lo dice Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia, in una intervista a La Stampa.
“Si tratta di iniziare un percorso politico e culturale che non si improvvisa. Già la decisione di Salvini di sostenere il governo Draghi, seguendo l’intuizione di Berlusconi, è stato un fatto molto positivo per la Lega, per il centrodestra e anche per l’Italia”, afferma.
“È chiaro che in un partito che avrebbe dal 40 al 45% dei voti ci sarebbero delle sensibilità diverse. Succede oggi nei Repubblicani americani e succedeva ieri nella Democrazia cristiana – sottolinea – L’importante è che quello che unisce sia più forte di quello che divide. E la credibilità. Abbiamo presentato un piano di 250 pagine per il Recovery e uno per le vaccinazioni che ha ispirato quello del generale Figliuolo. Lunedì, nella nostra sede, ho incontrato per tre ore i sindacati confederali che evidentemente ci considerano degli interlocutori affidabili, non dei nemici”.
“Siamo diversi da Lega e FdI, ma con il Pd siamo alternativi. E nonostante io abbia un ottimo rapporto personale con Letta, ogni giorno ci sono nuovi motivi di polemica, dallo ius soli al ddl Zan. Poi, certo, siamo al governo insieme, ma è un altro discorso. C’è anche il M5s che è lontano da noi anni luce”, aggiunge.
(LaPresse)