ROMA – Una torre e un cavallo di razza. Con due pedine la Roma si aggiudica 2-1 il primo round della partita a scacchi con il Porto. Edin Dzeko e Nicolò Zaniolo sono il cuore e l’anima di una Roma che in Champions riesce sempre a farsi bella. Però niente scacco matto. Le amnesie difensive, infatti, restano e lasciano la porta aperta del discorso qualificazione ai portoghesi in un match di ritorno che si annuncia infuocato.
Roma subito arrembante
Il piano partita della Roma è chiaro fin dalle primissime battute: pressing alto e squadra corta. La manovra si sviluppa soprattutto sulle fasce, come al 7’quando Kolarov fa partire un cross teso rasoterra sul quale Casillas anticipa Dzeko. Se la volontà dei giallorossi è chiara l’applicazione dei dettami di Di Francesco resta più complessa. La manovra infatti è spesso troppo lenta per poter mettere in difficoltà un Porto solido e ben organizzato. Attorno al 20′ ci sarebbe anche l’occasione per vedere il Var all’opera pure in Champions League ma all’arbitro Makkelie basta un silent check per giudicare non punibile un tocco di mano, da distanza ravvicinata, di Pepe nei pressi della linea dell’area di rigore. Le scorribande romaniste hanno buon esito soprattutto sulla fascia sinistra dove Kolarov è in serata ispirata. Al 27′ un’azione partita dal piede del serbo si conclude con un tiro dal limite di Pellegrini bloccato agevolmente da Casillas. La risposta portoghese, complice un marchiano errore di Fazio, arriva poco dopo ma Mirante è attento su Fernando.
I giallorossi raccolgono solo un palo
Con il passare dei minuti la Roma prende campo e convinzione. Una fase di dominio che non si concretizza soprattutto a causa dello sfortuna. A strozzare l’urlo dell’Olimpico arriva infatti il palo sul quale, al 37′, si infrange un potente conclusione ravvicinata di Dzeko dopo che il bosniaco aveva messo a sedere il suo avversario diretto.
La ripresa
A inizio ripresa ci prova subito Cristante dal cuore dell’area di rigore, Casillas respinge con i pugni. Il Porto, dal canto suo, prova a rendersi pericoloso con i calci da fermo. Il colpo di testa di Danilo su angolo di Telles è imperioso, la palla però esce di pochi centimetri. E’ un brivido che scuote la Roma. Al 22′ ci prova Pellegrini e Casillas risponde da campione. Conceicao si infuria perché Brahimi è a terra lontano dall’azione e fra il tecnico luisitano, ex laziale, e Di Francesco è subito derby.
La Roma passa
Il tempo delle polemiche dura un battito di ciglia perché la Roma passa al 24′: Dzeko difende palla nel cuore dell’area e la porge a Zaniolo che di destro infila Casillas in diagonale. Il nuovo idolo della Roma giallorossa ha l’argento vivo addosso e concede il bis al 32′. Il protagonista è ancora Dzeko che, in contropiede, centra il secondo palo di giornata ma il giovane attaccante lo segue e insacca a porta vuota prima di prendersi l’abbraccio della curva. Sarebbe abbastanza per una sceneggiatura da libro cuore ma così non è. Soares svirgola dal limite, la difesa giallorossa si addormenta e Adrian Lopez infila l’incolpevole Mirante dando una boccata vitale di ossigeno per un Porto frastornato. Prima della fine ci provano ancora Herrera da una parte e Kolarov dall’altra ma nulla cambia più. Tutto è rinviato all’inferno del do Dragao.
(LaPresse/Andrea Capello)