MILANO – Spenta, sprecona, poco cinica e a tratti confusa. Nelle Fiandre il Napoli inciampa e non va oltre lo 0-0 nella sfida esterna contro i belgi del Genk non riuscendo a mettere la parola fine alla lunga astinenza in Champions lontano dal San Paolo: da tre anni (dicembre 2016 contro il Benfica) è in bianco in trasferta e il tabù continua.
La vittoria avrebbe reso meno complicato il girone dei partenopei, forti del prezioso successo sul Liverpool, ma contro la formazione belga guidata dal tecnico di origine italiana Mazzù, ha gettato al vento una lunga serie di occasioni soprattutto nel primo tempo, tradito dalla serata storta di Lozano e Mario Rui e delle imprecisioni sotto porta di Callejon e Milik e anche da un po’ di sfortuna per i tre legni colpiti nel primo tempo.
Ancelotti nella ripresa ha cercato di dare una scossa con l’inserimento di Mertens (a caccia del traguardo storico dei 115 gol con la maglia del Napoli) e Llorente ma la volontà non è bastata e le pericolosità offensive si sono addirittura ridotte concedendo al Genk una nitida opportunità per vincere. Ancelotti, che ha rinunciato ad Insigne spedendolo in tribuna, aveva chiesto ai suoi di non distrarsi ma il turn-over ha generato mancanza di equilibrio tra i reparti e una certa confusione nella fase di impostazione della manovra.
Ancelotti schiera il tridente Callejon-Milik-Lozano lasciando Mertens e Llorente in panchina
Per il Genk, con Cuesta al posto di Dewaest, il tecnico Felice Mazzu, di origine calabrese (il padre emigrò in Belgio per lavorare come minatore nell’area di Charleroi) si affida al trio Ito-Hagi-Bongonda alle spalle del tanzaniano Samatta. Avvio aggressivo dei belgi con il Napoli che fatica a costruire e prima occasione con Hagi che cerca spazio dal limite con un destro bloccato da Elmas.
Gli azzurri, grazie anche ad una maggiore qualità tecnica, iniziano però a trovare maggiore spazio sulla sinistra e inizia ad affondare. Prima con Manolas che tenta una acrobazia in area con una semirovesciata ‘sbilenca’, poi al 15′ con un palo e una traversa che fanno tremare il Genk: su traversone di Mario Rui, Lucumi manda fuori tempo Coucke che riesce a deviare sul palo la conclusione a colpo sicuro di Callejon, il primo tap-in di Milik è murato, il secondo scheggiato dalla traversa. Sembra che la partita possa mettersi nella giusta direzione per il Napoli che colpisce un’altra traversa al 25′ sempre con Milik di testa: sottoporta il polacco lambisce il montante dopo un cross calibrato da Callejon.
La squadra di Ancelotti si fa ancora pericolosa con Lozano, apparso alquanto in ombra e poco servito dai compagni, e con una girata di Koulibaly a porta vuota su corner e salvataggio sulla linea (Milik poi spreca di testa da due passi) ma non concretizza lasciando al Genk la possibilità di farsi pericoloso due volte: la prima al 36′ con un colpo di testa di Hagi che Meret neutralizza e successivamente con Bongonda che esplode un sinistro da 25 metri con palla di poco a lato.
Il Napoli, senza Mario Rui per infortunio al 33′ (al suo posto Malcuit) potrebbe fare di più ma graffia poco subendo a tratti l’intensità dei padroni di casa. Ancelotti, non ripagato dalle scelte offensive, nella ripresa prova a dare più verticalità al gioco e maggiore velocità. Ma non ci sono reazioni e dopo l’ennesima occasione buttata via da Callejon il tecnico emiliano fa uscire Elmas per il ‘padrone di casa’ Mertens accentrando la posizione di Fabian Ruiz. Qualcosa però nel Napoli non funziona dando al Genk la possibilità di prendere fiducia, compattarsi bene in difesa e tentare ripartenze pericolose (al 70′ si cono contati 11 calci d’angolo per i belgi).
Ancelotti allora tenta anche la carta Llorente al posto di Milik ma la manovra resta statica e poco incisiva aumentando i rischi in difesa. Lozano e Fabiano Ruiz continuano a non incidere ed è anche il Genk ad essere pericolosa su una scivolata in area di Allan con Hagi che si divora un rigore in movimento. L’assalto finale del Napoli è sterile e confuso. Non è la serata che i tifosi partenopei e gli emigrati italiani si aspettavano. (LaPresse)