TORINO – Un’illusione durata sette minuti, prima che il tridente del Liverpool riportasse il Milan sul pianeta terra. Al Diavolo non riesce l’impresa contro i Reds, che vincono a San Siro la sesta partita su sei in Champions League – nonostante l’ampio turnover adottato da Jurgen Klopp – e buttano fuori dall’Europa i rossoneri, che non possono contare neanche sul paracadute Europa League. La zampata di Tomori fa sognare per qualche minuto San Siro, poi Salah – dopo una corta respinta di Maignan su tiro di Oxlade-Chamberlain – rimette subito le cose a posto.
Nella ripresa l’errore di Kalulu spiana la strada a Mané, anche se il gol che taglia le gambe ai rossoneri porta la firma di Origi. Un 2-1 che condanna il Milan a un ultimo posto nel girone che ricorda il cammino dell’Inter un anno fa, anche se il girone di ferro in cui si è ritrovata la squadra di Stefano Pioli non può essere paragonato a quello che ha visto uscire di scena i nerazzurri.
Senza più gli impegni di metà settimana in coppa, il Milan potrà concentrarsi esclusivamente sul campionato. La speranza dei rossoneri, in una notte che resta amara, è di trovare la forza per ripartire e compiere il percorso fatto qualche mese fa dai ‘cugini’, che a fine stagione si sono cuciti il tricolore sul petto. Pioli, falcidiato dalle assenze soprattutto nel reparto offensivo, si affida al terzetto Krunic-Diaz-Messias alle spalle di Ibrahimovic, con Saelemaekers jolly dalla panchina. In mezzo al campo c’è Tonali e non Bennacer accanto a Kessie.
Abbondante turnover invece per Klopp, già certo del primo posto del girone, in vista del tour de force che attende i Reds in Premier League. Fa eccezione il reparto d’attacco, dove agiscono Mané, Salah e Origi. Il Milan parte un po’ contratto, la partita non decolla dopo due mezze opportunità per parte nei primi dieci minuti (conclusione da fuori senza troppe pretese di Williams e colpo di testa altrettanto debole di Tomori), così alla prima vera occasione, dopo quasi mezz’ora di confronto senza un vero padrone del campo, il risultato cambia subito.
Il liscio di Minamino sugli sviluppi di un calcio d’angolo spiazza Alisson, che smanaccia ma lascia il pallone dentro l’area piccola, dove si avventa come un falco Tomori, che fa esplodere di gioia San Siro. Preso lo schiaffo, il Liverpool si accende: Origi lavora bene in area e trova lo spazio per calciare, ma Maignan controlla in due tempi. L’estasi rossonera comunque ha vita breve: al 36′ infatti il tiro violento di Oxlade-Chamberlain non viene gestito bene dal portiere francese, che rinvia corto proprio dalle parti di Salah, dimenticato da Theo Hernandez, che non sbaglia il tap-in a porta sguarnita.
Nella ripresa la gara è più frizzante, anche perché il Diavolo è obbligato a vincere e il Liverpool con qualche spazio in più sa come far male. Al 9′ Salah è ancora insidioso ma questa volta Maignan controlla. Due minuti più tardi però è fatale l’errore in fase di impostazione di Kalulu, che si fa scippare palla da Mané sulla tre quarti. Il portiere rossonero salva sull’esterno senegalese, ma nulla può sul tap-in volante di testa di Origi,
Il Milan questa volta, a differenza dell’1-1, accusa il colpo, e riesce a produrre solo un tiro da fuori alto sopra la traversa di Krunic. Pioli si gioca le carte Saelemaekers e Bennacer, anche perché la panchina non può offrire altro, ma la partita è ormai scappata via, tra lo sconforto dei padroni di casa comunque sempre sostenuti dal tifo incessante di San Siro. Nonostante Klopp risparmi una mezz’ora scarsa di gioco ai fenomeni in squadra Salah e Mané sono ancora gli ospiti infatti ad andare vicini al tris con Origi, di testa.
Nel finale gli ospiti attaccano più con l’orgoglio che con le gambe e con la testa, ma riescono comunque a produrre una buona occasione con Kessie, che davanti ad Alisson spreca e viene murato dal portiere brasiliano. Chiudendo una serata contraddistinta da tanti errori individuali, imperdonabili a questi livelli in Europa. Ma a questo Milan, pur contro un Liverpool senza molti titolari, era difficile chiedere di più.(LaPresse)