Chi ha ucciso Turco coinvolto nello spaccio di droga a Casal di Principe

Emerge nella sentenza di condanna per omicidio incassata da Anass. Intercettato in prigione mentre chiede di far rimuovere a un amico i narcotici che nascondeva in un pozzo

CASAL DI PRINCIPE – Diciassette anni: è il tempo che Anass Saaoud dovrà scontare in carcere per aver ucciso Giuseppe Turco. Ad emettere il verdetto di condanna (primo grado) per il 21enne originario della Libia è stato il giudice Pia Sordetti. E pochi giorni fa è stato reso noto dal Tribunale di Napoli Nord il perché di quella sentenza. Nelle motivazioni, oltre a ripercorrere la tragedia del 26 giugno 2023, andata in scena all’esterno del bar Morza, emergono dati che potrebbero intrecciarsi con altre indagini, ancora in corso, tese a far luce sullo smercio di narcotici attivo a Casale.

Mentre i carabinieri erano impegnati a scoprire le dinamiche dell’omicidio di Giuseppe Turco, giovane liternese, sono emerse circostanze, ritenute rilevanti dal giudice Sordetti, che legano Anass, ora in prigione per omicidio, allo smercio di hashish.

Le analisi dei telefonini hanno dimostrato come il 21enne, a quanto pare, fosse coinvolto nella vendita di droga. A sostegno di questa tesi c’è anche un colloquio avuto in prigione con la madre. In questa conversazione, ignaro probabilmente di essere intercettato, avvertiva il genitore di contattare un tale Cristian affinché, oltre a far sparire il cellulare sottratto alla vittima, si liberasse pure della droga custodita in un pozzo presso la sua abitazione.

L’assassinio di Turco, però, nulla c’entra con la presunta attività di spaccio di droga.
A innescare la lite tra i due ragazzi, finita in tragedia, sarebbe stata la gelosia che l’imputato, assistito dall’avvocato Mirella Baldascino, nutriva nei confronti della sua fidanzata, minore, che precedentemente aveva avuto una relazione con Turco. Quando Anass raggiunse il bar, si diresse subito verso di lui aggredendolo prima con le mani, prendendolo da dietro al collo e, come hanno ricostruito gli inquirenti, successivamente con l’uso del coltello.

Turco venne portato al pronto soccorso della clinica Pineta Grande a Castelvolturno per fari medicare le ferite causategli dai fendenti, ma perse la vita mentre veniva sottoposto ad accertamenti.
Nella sentenza viene menzionata come importante ai fini della ricostruzione dell’accaduto, anche una conversazione intercettata tra l’imputato e un ragazzo di Casale, in cui Anass riferisce “di aver inferto a Turco 14 coltellate ‘pe tutt part’”.
Il giudice Sordetti ha condannato Anass anche al pagamento di una provvisionale alle parti civili costituite dai familiari di Turco, rappresentati dall’avvocato Tammaro Diana.

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