Chiamate illegali dalla cella, indagato il presunto assassino dei Marrandino

I contatti tracciati lo scorso luglio nel reparto Rio. Con il 54enne coinvolte nell’inchiesta altre sei persone

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Antonio Mangiacapre
Antonio Mangiacapre

S. CIPRIANO D’AVERSA – Nella migliore delle ipotesi, li usano per conversare con i propri cari che, per ovvie ragioni, non possono vedere frequentemente. Nella peggiore li sfruttano per organizzare attività criminali, dentro e fuori la prigione, o per concordare mosse con chi è libero con la speranza di agevolare i processi che stanno affrontando. Parliamo dei telefonini che circolano illegalmente in carcere adoperati dai detenuti.

Le numerose operazioni della polizia penitenziaria finalizzate a individuare e sequestrare questi dispositivi non accennano affatto a scardinare il sistema che ormai sembra essersi irreversibilmente radicato nei carceri. E quale effetto hanno? Sono sicuramente un deterrente, che fa attivare numerose indagini e conseguenti processi per chi usa i cellulari. E tra queste inchiesta che innescano processi su processi oggi diamo notizia di quella che ha coinvolto 7 detenuti perché hanno usato un telefonino mentre si trovavano nel reparto Rio del penitenziario ‘Francesco Uccella’ di S. Maria Capua Vetere. Tra gli indagati c’è Antonio Mangiacapre, 54enne di San Cipriano d’Aversa. Era stato arrestato lo scorso giugno con l’accusa di aver assassinato i due fratelli Marrandino di Cesa. Marco e Claudio, di 39 e 28 anni, vennero uccisi a colpi di pistola nei pressi dello svincolo che dalla Nola Villa-Literno porta a Succivo. Mangiacapre, ammanettato dai carabinieri poco dopo il delitto, ai magistrati confermò di essere stato lui a sparare, ma il movente è da collegare, a quanto pare, a una banale lite connessa alla viabilità. Per tale vicenda il sanciprianese, assistito dall’avvocato Paolo Caterino, sta affrontando un processo dinanzi alla Corte d’assise di S. Maria Capua Vetere. A poche settimane dal suo trasferimento nella prigione sammaritana, Mangiacapre avrebbe usato un telefonino per parlare con l’esterno.

L’indagine sull’uso illegale di tali dispositivi ha coinvolto pure Vincenzo Acerra, 58enne di Marcianise, Mario Aurora, 34enne di Catania, Ernesto Buffoni, 54enne di Santa Maria a Vico, Cipriano Franco Guida, 74enne di Casaluce, Giuseppe Menditto, 44enne di Aversa e Vito Vacchiano, 21enne di Pontecagnano. Nel collegio difensivo, gli avvocati Davide Piccirillo, Caterino, Stefania Pierro, Ferdinando Letizia, Antonietta Raimondi, Dario La Monica e Giuseppe Andreozzi.

Le chiamate dal carcere si sarebbero verificate nel mese di luglio dell’anno scorso.

Il pm Iolanda Gaudino, che si è occupata del caso, ha dichiarato conclusa l’attività investigativa e ora valuterà l’eventuale richiesta di processo per i 7 detenuti (da ritenere innocenti fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile).

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