PECHINO – Ventuno operai sono morti nel corso di un crollo di una miniera di carbone in Cina. Secondo le prime ricostruzioni il soffitto di una galleria sarebbe crollato, schiacciando alcuni operai e intrappolando gli altri. L’incidente è avvenuto nella giornata di ieri nella città di Shenmu, nella provincia dello Shanxi nel nord del Paese. Al momento del crollo un totale di 87 persone si trovavano a lavorare nell’impianto minerario di proprietà della società privata Baiji Mining. La cause che hanno portato al crollo sono ancora al vaglio delle autorità cinesi.
Da ottobre a dicembre 29 vittime di crolli, la scia di ‘sangue nero’
Ancora una volta le gallerie si bagnano di sangue in cina. Gli impianti di estrazione mineraria del carbone si trasformano, ancora una volta, nel teatro di una tragedia. Evento che purtroppo non accade di rado. Gli incidenti minerari sono comuni in Cina. Appena a dicembre sette minatori perirono in un impianto nel sud-ovest del Paese e sette operai rimasero gravemente feriti. Stessa sorte capitò ad alcuni lavoratori lo scorso ottobre. Nel corso di un crollo di una miniera nella provincia dello Shangdong morirono invece 21 minatori. La frattura di un costone roccioso bloccò il tunnel, intrappolando vivi i lavoratori nel sottosuolo. Dopo molti giorni soltanto uno di loro venne tratto in salvo dai soccorsi.
Sepolti vivi: 375 morti nel 2018 negli impianti minerari
Oltre 350 i morti per crolli e altri tipi di incidenti nelle miniere di carbone in Cine nel 2018. Un calo delle vittime rispetto al 2017 di circa il 28%. Un netto miglioramento, ma che non soddisfa “l’Amministrazione nazionale cinese per la sicurezza nelle miniere di carbone”. La cifra desta comunque preoccupazione. “Le condizioni di sicurezza negli impianti di estrazione sono ancora pessime, la situazione è cupa” ha affermato il dirigente del dipartimento alcuni giorni prima. Una situazione diffusa soprattutto negli impianti privati, che tendono a non rispettare le più basilari norme di sicurezza.