Cina, quarant’anni fa l’apertura al mercato: un’ascesa con luci e ombre

la politica di "riforma e apertura", una serie di riforme economiche orientate al mercato con l'obiettivo di attrarre investimenti stranieri

Usa allarme Cina
Foto LaPresse

Milano (AWE/AFP) – Il 18 dicembre 1978 il capo del Partito Comunista cinese, Deng Xiaoping, nel corso della terza sessione dell’undicesimo comitato centrale, annuncia una svolta epocale: la politica di “riforma e apertura”, una serie di riforme economiche orientate al mercato con l’obiettivo di attrarre investimenti stranieri. Una svolta che ha portato cambiamenti epocali alla società cinese. Quarant’anni fa la Cina apriva al capitalismo in una “economia socialista di mercato”.

Da allora, il Paese è cresciuto in modo esponenziale. In quasi quattro decenni, il Pil è aumentato di 37 volte, da 305 miliardi di dollari nel 1980 a 12.725 miliardi nel 2017. Il Paese ha registrato un tasso medio di crescita del prodotto interno lordo di oltre il 10% l’anno. La Repubblica Popolare Cinese è oggi al primo posto nella classifica degli esportatori di beni e servizi con un volume di 2.491 miliardi di dollari nel 2017. Nel 1980 il suo export valeva solo 21 miliardi.

Tanto è cambiato in quarant’anni

Il dinamismo dell’economia cinese ha attratto sempre più investimenti dall’estero: se erano quasi inesistenti nel 1980, ammontavano invece a 168 miliardi nel 2017. Allo stesso tempo, la Cina ha cominciato a investire negli altri paesi, fino a spendere 216 miliardi fuori dei suoi confini nel 2016. I cinesi sono molto più ricchi oggi di quanto non fossero quaranta anni fa. Il consumo delle famiglie cinesi nel 2016 è stato di 4.412 miliardi di dollari, di 90 volte superiore rispetto ai 49 miliardi del 1980. Il numero di abbonamenti per la telefonia mobile è esploso, raggiungendo 104 abbonamenti ogni 100 abitanti nel 2017.

Dal punto di vista demografico, la Cina è oggi il paese più popoloso del mondo, con 1,3 miliardi di abitanti (dai 981 milioni di persone di quarant’anni fa). L’aspettativa di vita è notevolmente migliorata, da 66 anni nel 1979 a 76 anni nel 2016. La quota di popolazione non alfabetizzata è nettamente diminuita, dal 22% nel 1982 al 4% nel 2010. Le ricchezze sono però distribuite in modo sempre più disuguale. Nel 1980, l’1% più ricco della popolazione cinese deteneva il 6,4% della ricchezza nazionale, mentre il 26,7% era nelle mani del 50% più povero. Nel 2015, la quota dell’1% più ricco arriva 13,9% contro il 14,8% del 50% più povero. Un altro macroscopico effetto collaterale della fenomenale crescita cinese è il boom dell’inquinamento: le emissioni di CO2 sono quintuplicate tra il 1980 e il 2014.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome