Nel 1956, Citroën svelò la C10, un prototipo che incarnava l’avanguardia del design automobilistico. Conosciuta come “la goccia d’acqua” per la sua forma aerodinamica, la C10 fu progettata sotto la guida dell’ingegnere André Lefèbvre, già artefice di modelli iconici come la Traction Avant e la 2CV. La missione era creare un veicolo leggero e moderno, più piccolo della 2CV, che unisse efficienza e innovazione. Con un peso contenuto di soli 382 kg, grazie alla carrozzeria in alluminio, la C10 vantava un coefficiente di resistenza (Cx) di soli 0,258, un valore eccezionale per l’epoca. Il suo design aerodinamico compensava la potenza limitata del motore bicilindrico da 425 cm³ della 2CV AZ, permettendole di raggiungere una velocità massima di 110 km/h. L’abitacolo, accessibile tramite porte ad ala di gabbiano, ospitava comodamente quattro persone in un ambiente luminoso grazie all’ampia superficie vetrata. Nonostante le sue caratteristiche rivoluzionarie, la C10 non entrò mai in produzione. Citroën preferì concentrare le risorse sullo sviluppo dell’Ami 6, ritenuta più adatta a coprire il vuoto di mercato tra la 2CV e la DS. La C10 rimase un esercizio di stile che testimoniò l’audacia progettuale di Citroën negli anni ’50. Il suo spirito innovativo influenzò i successivi sviluppi del marchio, con l’attenzione all’aerodinamica, alla leggerezza e al design funzionale che divennero tratti distintivi di modelli come la GS e la CX. La C10 incarna la capacità di Citroën di esplorare nuove frontiere nel design automobilistico, ispirando appassionati e designer a osare e sperimentare oltre i limiti convenzionali.