Cittadinanza a Ramy, Salvini non si sbilancia: “Vediamo”

"Per il momento la legge va bene così come è", afferma il vicepremier e ministro dell'interno

in foto il vicepremier Matteo Salvini

MILANO – Deve restare in carcere Ousseynou Sy, l’autista che mercoledì ha dirottato un bus con 51 bambini a bordo e gli ha dato fuoco. Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari Tommaso Perna, che ha convalidato l’arresto e disposto la custodia cautelare in carcere per il 47enne di origine senegalese, accusato di sequestro di persona e strage con finalità terroristica. Secondo il giudice, Sy con il suo blitz voleva “costringere, o comunque condizionare, le politiche migratorie attualmente adottate dal governo in carica”.

Una tragedia sfiorata, i motivi del folle gesto

Sy voleva dire “basta” ai tanti naufragi nel Mediterraneo, così “ha reagito ad un male che egli ritiene ingiusto per il suo popolo, con una sorta di rappresaglia” verso l’Italia dove abita da 27 anni. Ma che non riconosce più come una seconda patria. E per quello che definito un “genocidio” era pronto anche a sacrificare le vite degli studenti della scuola media Vailati di Crema. Che non ha esitato a usare come “scudo” per tentare di arrivare all’aeroporto di Linate e fare una strage.

A spingerlo il desiderio di “vendetta” per i suoi figli morti nel Mediterraneo e per tanti altri migranti che non sono riusciti a raggiungere le coste dell’Europa. Non sarebbero, invece, state le “voci” di quei bambini “morti in mare” a suggerirgli il folle piano. Come ha cercato di dimostrare al giudice nel corso dell’interrogatorio di convalida dell’arresto, solo per “poter contare sui benefici conseguenti ad una eventuale, ed improbabile, dichiarazione di incapacità di intendere e di volere”.

La dinamica degli eventi

E’ “provato” che Sy – oltre che un coltello e alle taniche di gasolio con cui ha cosparso sedili e cappelliere dello scuolabus – avesse con sé anche una “pistola” come avevano raccontato i bambini ai carabinieri. Anche un insegnante ha detto agli inquirenti che l’autista ha sollevato la maglietta “mostrando un’arma all’interno dei pantaloni”, oltre alla “lama di circa 10 centimetri” che aveva in mano. Anche l’accendino con cui ha dato fuoco al combustibile, quando alcuni bambini erano ancora a bordo del bus, non era scarico come aveva raccontato in un primo momento. Ma era stato appena acquistato.

La prontezza dei ragazzi e l’intervento dei carabinieri

Difficile, dunque, credere che non avesse intenzione di fare male a adulti e ragazzi. Ed è solo grazie alla prontezza e al coraggio di alcuni di loro, che hanno chiamato genitori e carabinieri, che i militari hanno individuato in tempo lo scuolabus a San Donato Milanese. Tra chi è riuscito a liberarsi le mani e telefonare, c’è Ramy, di origine egiziana.

La richiesta di cittadinanza e la replica di Salvini

Dopo la brutta avventura il 12enne ha chiesto di poter diventare cittadino italiano. Cauta la risposta del ministro dell’Interno Matteo Salvini dal Forum di Confcommercio a Cernobbio. “Stiamo facendo tutte le verifiche del caso perché prima di fare scelte così importanti bisogna aver controllato tutto e tutti”, ha detto il vicepremier. “Ramy vorrebbe avere lo Ius soli? È una scelta che potrà fare quando verrà eletto parlamentare – ha concluso Salvini – per il momento la legge sulla cittadinanza va bene così come è. Si può aprire la possibilità di discuterne?Assolutamente no”, ha concluso Salvini.

(LaPresse/di Benedetta Dalla Rovere)

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