CREMA – Lega e Movimento 5 Stelle continuano a scontrarsi sul caso del giovane Ramy. Come quel maledetto giorno si era passati in pochi attimi dalla paura alla gioia, dall’incredulità alla liberazione, altrettanto velocemente si è arrivati anche alle polemiche. La sensazione è che Lega e M5S siano ormai ai ferri corti. Nonostante le smentite, nonostante le rassicurazioni che arrivano da ambo i lati. Perché il caso di Ramy, il ragazzino eroe che ha salvato i compagni sul bus sequestrato da Sy avvertendo il 112, avrebbe dovuto mettere d’accordo tutti.
La rottura tra Lega e M5S sul conferimento della cittadinanza italiana a Ramy
Perché quella cittadinanza italiana richiesta a gran voce dalla famiglia del ragazzo, in Italia ormai da tempo, non avrebbe dovuto creare alcun astio. E invece i membri del governo giallo-verde, dopo Tav, impianti e reddito di cittadinanza, sono riusciti a scontrarsi anche su questo argomento. E giorno dopo giorno quelle che erano sensazioni, piccole polemiche, sottili dissidi, stanno diventando sempre più baruffe, diverbi e scontri. Da un lato il vicepremier Luigi Di Maio, che era tornato sulla questione sostenendo la necessità di conferire al ragazzo la cittadinanza e che non bisognava più girarci intorno. Dall’altro il ministro dell’Interno Matteo Salvini che sembra aver addirittura messo un punto esclamativo (in negativo) sull’ipotesi.
Il perché del ‘no’ di Salvini e il parere favorevole del ministro Bonafede
Alla base del rifiuto del leader della Lega a quanto pare i precedenti penali di un parente stretto di Ramy. Ecco perché si starebbe studiando una soluzione ad hoc per conferire la cittadinanza italiana solo al ragazzo e non anche al resto della famiglia. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede è intervenuto sull’argomento prendendo una posizione netta: “Credo che si debba riconoscere un merito e dare un riconoscimento importante a un bambino che è stato capace di essere forte e di evitare una tragedia. Bisogna dare la cittadinanza a Ramy”. Il quale intanto ha attaccato Salvini: “Se lo ringraziano è merito mio”.