Clan De Luca Bossa in ginocchio: blitz a Ponticelli con 15 arresti

Con il blitz di ieri mattina il cartello De Luca Bossa-Minichini è stato messo in ginocchio. Ne sono certi i carabinieri della tenenza di Cercola, che hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 15 persone (12 sottoposte alla misura del carcere, 3 a quella degli arresti domiciliari). Sono indiziate, a vario titolo, dei reati di estorsione e tentata estorsione, aggravate dal metodo mafioso.

Gli investigatori dell’Arma fanno sapere che i delitti contestati, tra cui presunte richieste di tangenti a soggetti dediti a furti di auto, o allo spaccio di sostanze stupefacenti, sarebbero stati posti in essere evocando l’appartenenza al clan De Luca Bossa–Minichini, attivo Nel quartiere Ponticelli e a Cercola.

Custodia cautelare in carcere per Francesco Petri detto Checco, Raffaele Aprea, Giuseppe Righetto detto Peppe ’o blob, Eduardo Casella, Roberto Boccardi, Giuseppe De Luca Bossa, Luca La Penna detto Luchetto, Giuseppe Velotti detto Pippotto, Ciro Uccella, Vincenzo Di Costanzo, detto Gabibbo, Salvatore De Martino detto Totore XX e Mario Chiummiello. Disposti i domiciliari per Nicola Ausilio detto il figlio di Alì, Domenico Gianniello e Pasquale De Micco, detto Pasqualino. Le indagini partite dal racconto dei pentiti. Cento euro a settimana per chi ruba le auto nel quartiere Ponticelli. Va detto, alcuni indagati sono accusati di aver chiesto le estorsioni per conto dei De Luca Bossa-Minichini, altri rispondono solo di furti d’auto e spaccio e sono estranei alla cosca. Lo scrivono gli inquirenti nell’ordinanza cautelare: hanno seguito un doppio filone investigativo. Uno porta alla cosca del Lotto 0, che avrebbe preteso il pizzo da chi ruba le macchine e spaccia al rione Caravita a Cercola. L’altro sulle vittime del ‘pizzo’, che in alcuni casi hanno deciso di armarsi per proteggersi dagli attacchi. Il provvedimento eseguito è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini.

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