C’è il rischio che la cosca Schiavone, grazie alle imminenti scarcerazioni, vada pericolosamente a rinfoltirsi. Quella che più preoccupa gli investigatori riguarda Emanuele Libero, figlio del capoclan Francesco Sandokan: come Ivanhoe e Carmine, ha scelto di non seguire la strada della collaborazione con la giustizia intrapresa dai fratelli Nicola e Walter. Stando a recenti attività investigative, in questi anni Emanuele Libero avrebbe continuato a far valere il suo peso criminale (e il proprio ruolo di leader) anche dalla cella.
A breve lascerà la prigione pure Giuseppe Bianchi, anch’egli esponente della cosca Schiavone (ma lato Venosa). Inizialmente aveva ricevuto condanne per 20 anni di reclusione, ma grazie a un ricorso presentato dai suoi legali, gli avvocati Domenico Della Gatta e Paolo Caterino, teso ad ottenere la continuità tra tre sentenze irrevocabili, ha ottenuto uno sconto di 8 anni, rendendo così molto più vicino il suo ritorno in libertà. Tra le ultime inchieste in cui è stato coinvolto c’è quella riguardante il business delle slot gestito proprio dalla fazione Schiavone-Venosa. Nell’ambito di questa operazione, ha ottenuto una condanna a 6 anni.
La speranza è che, nonostante i legami, accertati e ritenuti solidi, di questi soggetti con la mafia, adesso che Emanuele Libero, Bianchi e altri si apprestano a lasciare la cella per reinserirsi nel mondo libero, una volta tornati in città si mettano alle spalle il passato, decidendo di vivere secondo le regole e abbandonando le logiche della violenza. Purtroppo, negli ultimi mesi, il lavoro degli investigatori ha dimostrato, invece, come molti dei mafiosi scarcerati si siano subito rituffati nel crimine. Circostanze che fanno tenere gli investigatori in massima allerta.