SAN CIPRIANO D’AVERSA – Era tornato ad essere un uomo libero da circa un anno e mezzo, ma con la ditta che aveva costituito prima di finire in prigione, potrà fare poco: parliam di Andrea Bortone, 46enne sanciprianese. La prefettura di Caserta, nei giorni scorsi, ha disposto nei confronti della sua ‘Impresa Edile Bortone’ l’interdittiva antimafia.
Il sanciprianese, stando a quanto sostenuto dalla Dda di Napoli, avrebbe fatto parte dei Casalesi fino al 2013. La sua attività nel gruppo mafioso risale a quando, dopo gli arresti dei boss Antonio Iovine (dal 2014 collaboratore di giustizia), e Michele Zagaria, rispettivamente avvenuti nel 2010 e nel 2011, il clan si era riorganizzato creando sostanzialmente un’unica compagine, caratterizzata da quelle che erano le cosche Iovine, Zagaria e Venosa, e avendo in quella degli Schiavone la formazione malvitosa capofila. In questa struttura, per gli inquirenti, Bortone avrebbe svolto il ruolo di riferimento su Parete, estendendo poi la sua influenza pure sul territorio di Cancello Arnone dopo l’arresto di Salvatore Ianuario.
Bortone avrebbe preso ulteriore potere nel gruppo anche dopo che Vincenzo Della Corte era stato portato in cella nel 2013 (perché chiamato a scontare una pena di un anno e 11 mesi). Queste vicende vennero tracciate dai carabinieri nell’indagine coordinata dalla Dda denominata ‘Azimut’, che sfociò nel 2015 in 19 misure cautelari.
Gli investigatori sostengono che Bortone aveva un saldo rapporto con Umberto Venosa, costituendo la società edile ‘B.V. Costruzioni di Venosa Umberto & C.’ con sede a Sant’Agata Bolognese. Tuttavia, dopo che nel settembre di 11 anni fa venne raggiunto da un fermo, il sanciprianese, assistito dall’avvocato Angelo Raucci, uscì dalla società cedendo le sue quote alla consorte. Oltre alla ditta individuale che ha avuto l’interdittiva e quella che aveva con Venosa, Bortone risulta avere quote anche nella Edil Crgm di Giuseppe Corvino, che però risulta cancellata.
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