Clan Nobile, sottoposto a fermo anche un giovane indagato nell’inchiesta sull’omicidio Buono

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Pasquale Buono e Marco Castiello

AFRAGOLA – Il nome di Marco Castiello, 22enne, che ieri è stato sottoposto a fermo insieme ad altri nove indagati, non è nuovo alle forze dell’ordine. Infatti il giovane è indagato anche per l’omicidio di Pasquale Buono. Il 45enne ucciso nel suo negozio di biancheria intima in corso Italia, ad Afragola l’11 giugno scorso. Pochi mesi fa il giovane si è ritrovato davanti la porta di casa i poliziotti della Squadra mobile di Napoli e del commissariato di Afragola. Gli investigatori hanno passato al setaccio l’appartamento e al termine del “blitz” hanno sottoposto a sequestro un telefonino iPhone e un borsello a tracolla: lo stesso che secondo gli inquirenti avrebbe indossato il conducente dello scooter che si fermò davanti al negozio di Buono prima della sparatoria. Nonostante i sospetti della Procura partenopea, per l’omicidio del 45enne, Marco Castiello resta però al momento indagato senza alcuna misura cautelare a carico. Toccherà eventualmente al suo difensore, l’avvocato Dario Carmine Procentese, dimostrarne l’estraneità rispetto alla vicenda nei prossimi step di un procedimento penale non ancora arrivato alla fase clou. All’appello ferma restando la presunzione di innocenza del 21enne manca infatti ancora l’esecutore materiale dell’assassinio di Buono.

Entrambi i sicari indossavano infatti i caschi integrali e questa circostanza sta complicando non poco il lavoro di inquirenti e investigatori che stanno lavorando al caso. L’agguato era stato immortalato in un video catturato da una telecamere di videosorveglianza installata in corso Italia, a pochi metri di distanza dal negozio che sarebbe diventato la scena del crimine. Anche quel video è oggi agli atti dell’inchiesta aperta dopo l’omicidio di Pasquale Buono, ritenuto in passato vicino ai Moccia, assassinato all’interno del suo negozio di intimo poco dopo le 18,30. Inizialmente si parlava di tre colpi esplosi alle spalle, ma da una perizia è emerso che i colpi esplosi sono stati almeno cinque, tutti al torace. L’arma usata, un revolver, non aveva lasciato trac- ce, perché non produce bossoli, che restano nel tamburo. Nella sequenza si notavano due uomini arrivare all’altezza del civico 27 di corso Italia in sella a uno scooter Honda “Sh”, con il volto coperto da caschi integrali e vestiti con abiti scuri. Il possibile esecutore materiale del delitto non è stato individuato ancora.

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