E’ stato catturato ieri sera a Capodichino: Vincenzo Inquieto, già condannato nel 2011 per favoreggiamento al boss Michele Zagaria, è stato raggiunto da un nuovo provvedimento cautelare in carcere per associazione mafiosa.
Venne scarcerato nel 2015 e dopo l’arrestato del fratello Nicola, avvenuto nel 2017, si era trasferito a Pitesti. Secondo la Dda di Napoli, lì, in Romania, aveva preso il posto del germano. Perché in Transilvania, Nicola, stando alla sentenza di primo grado di Napoli Nord (che lo ha condannato a 16 anni di reclusione), era diventato dagli anni Duemila il referente delle attività imprenditoriale della cosca: aveva investito i soldi del clan in società immobiliari.
Negli ultimi tempi Vincenzo Inquieto raramente tornava in Italia. Ieri sera, però, ha preso un volo da Bucarest, atterrando all’aeroporto di Napoli. Ma ad attenderlo c’erano gli uomini della Dia e la polizia di frontiera che gli hanno notificato la misura restrittiva emessa dal gip del tribunale di Napoli.
Intercettazioni telefoniche e ambientali, servizi di osservazioni e dichiarazioni di collaboratori di giustizia hanno accertato, sostiene la Dia, come gli Inquieto abbiano curato la latitanza di Michele Zagaria e gestito parte degli affari illeciti del gruppo criminale. Le loro aziende (operanti entrambe nel settore edile, idraulico ed elettrico e della distribuzione del gas), sponsorizzate dalla mafia di Casapesenna, questa la tesi degli inquirenti, erano riuscite ad insinuarsi nel tessuto imprenditoriale della provincia aggiudicandosi appalti.
I quattrini ‘gestiti’ dagli Inquieto rappresentavano una delle principali fonti di reddito degli Zagaria. Oltre ad occuparsi degli ‘affari’, si dedicavano anche a veicolare le informazioni tra i vari affiliati del clan.