Gli Stati Uniti hanno presentato una richiesta per ritirarsi dall’accordo di Parigi sul clima. L’amministrazione guidata dal presidente Donald Trump, ha motivato la scelta di non sottoporre il Paese alle restrizioni parlando di una serie di dati. Le emissioni di inquinanti atmosferici sarebbero “scese del 74% fra il 1970 e il 2018” e le “emissioni di gas serra calate del 13%”. “Abbiamo scelto di seguire un modello realistico e pragmatico che mostra come l’innovazione e i mercati aperti portano a una maggiore prosperità, minori emissioni e fonti di energia più sicure”, ha aggiunto il segretario di Stato americano Mike Pompeo.
Cosa prevede l’accordo di Parigi
L’accordo di Parigi è stato 12 dicembre 2015 e ha come obiettivo traguardo quello di limitare l’aumento delle temperature entro i due gradi Celsius rispetto ai livelli pre-industriali. Questa soglia è considerata di vitale importanza dagli scienziati per evitare il peggioramento del surriscaldamento globale e per scongiurare il cambiamento climatico. Un altro obiettivo è quello dell’equilibrio tra emissioni. Tra i principali promotori dell’accordo l’ex presidente Usa Barack Obama che aveva individuato nel criterio della flessibilità il successo dell’intesa Onu: ogni nazione è libera di definire i propri standard notificandoli all’Onu, ma restano fissi gli obiettivi da raggiungere. Gli Stati Uniti si erano impegnati a ridurre le emissioni del 26% rispetto ai livelli del 2005 entro il 2025. Ma ora l’accordo è sfumato.
Nazioni preoccupate
Intanto piovono critiche sullla scelta statunitense. I capi di Stato di Francia e Cina, Emmanuel Macron e Xi Jinping, domani firmeranno a Pechino un documento congiunto che sancisce l’irreversibilità del patto sul clima di Parigi. “Questo non fa che rendere la partnership sino-francese sul clima e la biodiversità ancora più necessaria”, ha spiegato Macron. “Speriamo che gli Stati Uniti possano assumersi maggiori responsabilità e fare di più per dare una spinta al processo di cooperazione multilaterale, invece di aggiungere energia negativa”, ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri cinese Geng Shuang. “Il ritiro degli Usa mina drammaticamente l’accordo stesso, perché questo è un paese leader nelle emissioni ed è certamente molto difficile discutere un accordo sul clima senza la più grande economia del mondo”, ha detto il portavoce di Valdimir Putin, Dmitry Peskov.