ROMA – “Oggi nelle piazze c’è un nuovo global strike per il clima. Tornano i più giovani con un altro sciopero globale per provare ad accendere la luce sulla insostenibile condizione del mondo, intrappolato dagli interessi di chi deve continuare a fare profitto, scaricando sul pianeta i costi ambientali e sociali. E l’Italia non è fuori da questa condizione, anzi. Il nuovo governo si è presentato con annunci roboanti e con un ministero nuovo di zecca, buono per la propaganda. Il ministero della transizione ecologica che tutto fa fuor che occuparsi dell’emergenza climatica e della tutela ambientale”. Lo scrive sul suo blog il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni.
“Un ministro alla transizione fino ad ora si è distinto per attacchi senza costrutto – prosegue l’esponente dell’opposizione di sinistra – agli ambientalisti, definiti con il medesimo armamentario lessicale e ideologico della destra più inquinatrice (ambientalisti da salotto, radical chic, ecc). Si è distinto per un avvertimento sull’aumento delle bollette energetiche, senza il briciolo di una proposta sensata per bloccare gli aumenti. E si è distinto per aver reintrodotto nel dibattito italiano, dopo anni, il tema del nucleare o dell’idrogeno blu, o del gas. E pensare che abbiamo l’occasione storica, probabilmente irripetibile, di ridefinire la struttura produttiva e sociale del nostro Paese, grazie ai fondi del Pnrr”.
“La responsabilità è certamente del presidente del consiglio. Ma non solo: centrale è anche il ruolo della politica, dei partiti. Soprattutto su un tema come questo, che vede milioni di giovani nelle piazze, il fronte progressista non può sbagliare e non può balbettare, se vuole convincere e vincere. Mi rivolgo, quindi, soprattutto ad Enrico Letta e Giuseppe Conte: riprendiamo il percorso che avevamo costruito nella precedente esperienza di governo.
E il modo migliore per farlo e per rispondere alle rivendicazioni dei ragazzi e delle ragazze in piazza oggi è quello di tornare al Ministero dell’Ambiente, – conclude Fratoianni – rimuovendo quello che fino ad oggi è stato fondamentalmente il guardiano degli interessi delle imprese”.
LaPresse