Clima, il G20 conferma l’impegno dell’accordo di Parigi, ma senza gli Usa. Macron: “Bisogna fare di più”

I leader del G20 sono riusciti in extremis a mantenere consenso sul contrasto della crisi climatica: 19 Paesi membri, cioè tutti tranne gli Stati Uniti, hanno dichiarato "l'irreversibilità" dell'accordo sul clima di Parigi e confermato la sua piena applicazione.

(Photo by LUDOVIC MARIN / AFP)

MILANO – I leader del G20 sono riusciti in extremis a mantenere consenso sul contrasto della crisi climatica: 19 Paesi membri, cioè tutti tranne gli Stati Uniti, hanno dichiarato “l’irreversibilità” dell’accordo sul clima di Parigi e confermato la sua piena applicazione. I negoziati per trovare un linguaggio ‘adatto’ a essere firmato dai 19 Paesi sono stati lunghi e complessi, con gli sherpa che hanno continuato a lavorare sino alla mattina di sabato per cercare formule capaci di accontentare sia gli scettici sull’emergenza climatica, sia i favorevoli a impegni maggiori. Nel G20 precedente era stato usato invece un escamotage: il riferimento all’accordo di Parigi come “irreversibile” era stato inserito e sottoscritto da 19 membri, mentre gli Usa avevano indicato che ne sarebbero usciti.

La controversia

Questa volta, il Giappone sperava di trovare una formula che ottenesse il consenso di tutti, ma i Paesi europei chiedevano un linguaggio forte e gli Usa remavano contro, cercando di reclutare al loro fianco Paesi scettici. “Hanno spinto alcuni governi, come Arabia Saudita, Brasile e Turchia, ad annacquare il testo”, ha spiegato Yuki Tanabe del Japan Center for a Sustainable Environment and Society, “sono molto preoccupato”. Fonti della presidenza francese avevano descritto il clima come il tema “più difficile”, “dobbiamo mostrare più unità europea e determinazione”.

La decisione

Prima del G20 il presidente francese Emmanuel Macron aveva detto che un forte linguaggio sul cambiamento climatico sarebbe stato “una linea rossa per Parigi”. Dopo la firma del documento a Osaka, ha commentato: “Abbiamo evitato di fare passi indietro, ma dobbiamo andare molto più avanti”. La Cina ha da parte sua dichiarato che i Paesi devono “rafforzare la loro azione” per affrontare la crisi climatica. Ma la tensione sull’emergenza climatica non sembra destinata a sciogliersi presto a livello internazionale e potrebbe mostrarsi con forza quando i leader mondiali si riuniranno nel 2020: l’incontro del G7 sarà presieduti dagli Stati Uniti e il prossimo summit del G20 si terrà in Arabia Saudita.

LaPresse

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