MILANO – Le emissioni climalteranti hanno fatto registrare nel 2021 un forte rimbalzo (+5%) che ha riportato il totale annuo a livelli pre-pandemici, pari a 38,4 GTonCO2/anno. Ai ritmi attuali arriveremo così nel 2028 a sforare le 40,7 GtonCO2/anno ed un valore procapite di 4,88 tonCO2/anno, distanziandoci ancora maggiormente dall’obiettivo al 2050 di 2,7 tonCO2/anno. Lo sottolinea una ricerca di Ener2Crowd.
«Nel 2021 è come se 4 trilioni di euro fossero stati investiti per aumentare le emissioni di CO2, creando un gap di circa 3,2 trilioni con quanto profuso finanziariamente nella transizione energetica» spiega Niccolò Sovico, ceo, ideatore e co-fondatore di Ener2Crowd.com, che nel 2020 era stato scelto da Forbes come uno dei 100 talenti del futuro under-30.
Gli scenari di impegno nella riduzione delle emissioni di CO2 individuati dagli scienziati durante la COP26 di Glasgow (-5% all’anno come “minimo” e -10% all’anno come “consigliabile”) presuppongono un investimento dai 23 ai 38 trilioni di euro da qui al 2030, rafforzando in modo drammatico gli sforzi a breve termine.
Nel primo caso (23 trilioni), arriveremmo al 2030 con 24,2 GtonCO2/anno di emissioni ed una media procapite di 2,86 tonCO2/anno, con un “carbon budget” rimanente pari a 1,8 GtonCO2.
Nel secondo caso (38 trilioni), si raggiungerebbero le 14,9 GtonCO2/anno ed una media procapite di 1,76ton/anno, con un “carbon budget” rimanente pari a 59,8 GtonCO2.
Fatto è che l’attuale volume di investimenti annui nell’ambito della transizione energetica è pari a 753 miliardi di euro, con una crescita annua del 7% che non è sufficiente ad evitare che il trend di aumento delle emissioni di CO2 (+2% annuo) consumi tutto il “carbon budget” rimanente.
(LaPresse)