MILANO – Associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga e smercio di stupefacenti: sono le accuse, contestate vario titolo, ai 14 soggetti arrestati questa mattina dai carabinieri della compagnia di Corsico. In carcere sono finiti 10 italiani e 4 marocchini. Secondo gli inquirenti, il ‘cuore’ del gruppo era composto da 4 fratelli appartenenti alla famiglia ‘ndranghetista Barbaro-Papalia.
Traffico di cocaina sulla rotta Calabra-Lombardia, 4 fratelli della cosca ‘Barbaro-Papalia’ ai vertici del gruppo smantellato
Le indagini sono state portati avanti dalla Direzione distrettuale antimafia. Avrebbero consentito di scoprire una fitta rete di spaccio, in particolar modo cocaina, da nord a sud. Le ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite dai militari dell’Arma a Milano, Como e Reggio Calabria. Secondo gli inquirenti, i 4 fratelli avrebbero costituito il gruppo e servendosi di una serie di pusher di origine magrebina avrebbero inondato di cocaina le piazze di spaccio nelle province lombarde. Quello di stamattina è un altro duro colpo inferto alla cosca dei Barbaro-Papalia dopo quello di qualche settimana fa.
Duro colpo alla famiglia ‘ndranghetista dopo la condanna a 16 anni per Rocco Barbaro
Il 10 ottobre scorso, infatti, l’ottava sezione penale del Tribunale di Milano ha emesso una condanna a 16 anni di carcere per Rocco Barbaro. Figlio di Francesco, capo dell’omonima cosca di Platì (all’ergastolo per l’omicidio del brigadiere Antonino Marino, avvenuto nel 1990 in provincia di Reggio Calabria), il 53enne è ritenuto il reggente della ‘Lombarda’. Ovvero, la struttura di vertice della ‘ndrangheta in Lombardia. E’ stato processato in primo grado e ritenuto responsabile di associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni. Per i giudici, la proprietà del bar ‘Vecchia Milano’ in corso Europa (a qualche metro dal Duomo) era riconducibile a lui, con un prestanome a fargli da ‘protezione’. Barbaro era stato arrestato nel maggio del 2017 a Platì dopo quasi due anni di latitanza. Per questo motivo viene soprannominato ‘U sparitu’.