MILANO – “Io sono un idraulico del digitale, il mio compito è innanzitutto mettere le nuove tubature dell’Italia come si fa in una casa quando bisogna ristrutturare”. Così il ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale Vittorio Colao in un’intervista a Repubblica. “Vogliamo consentire a tutti, famiglie, scuole, imprese di avere la connessione ultraveloce, vogliamo raggiungere i target europei qualche tempo prima del termine previsto.
È del tutto realistico progettare di raddoppiare la copertura della banda larga, sia fissa sia 5G. Ci stiamo già lavorando. Serve il governo nel ruolo di arbitro per garantire una buona concorrenza tra operatori. Servono i fondi del Pnrr ma servono anche gli investimenti privati”, afferma, “il governo è arbitro, non giocatore. Va assicurata l’equità nell’accesso alla connessione veloce e una concorrenza aperta e leale. Vogliamo assicurare che ci siano le stesse condizioni per chi vive alle pendici della Sila e chi nel centro di Roma. Spetta agli operatori privati trovare le soluzioni concorrenziali o consortili e quale tecnologia usare”.
L’intervento del ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale
Con la digitalizzazione “sono fondamentalmente i giovani i grandi beneficiari di questo processo, nelle tre declinazioni: maggiore opportunità di apprendimento, maggiore accesso al lavoro, più opportunità imprenditoriali. Ma subito dopo ci sono le donne, direi per le stesse ragioni. Se pensiamo di rilanciare il Paese, che viene da decenni di crescita bassa e di debito, non possiamo permetterci di farlo senza utilizzare al meglio il 50 per cento delle nostre risorse. Non a caso prevediamo a fine piano quasi il 4 per cento di crescita dell’occupazione per le donne.
Ma c’è un altro aspetto che va considerato. Quello della semplificazione normativa. Sono molto scettico, per esempio, quando vedo numerosissimi convegni sull’innovazione perché credo che la vera questione sia quella della semplificazione, del superamento dei “lacci e lacciuoli” burocratici che impediscono investimenti e l’innovazione.
Su questo stanno facendo un importante lavoro il ministro Brunetta e il ministro Giovannini”.
(LaPresse)