MILANO – Agricoltura biologica, ortofrutta, prodotti oleari, vino e anche…agricoltura di mare: queste sono le particolarità del settore primario spezzino. È quanto commenta Coldiretti La Spezia in occasione della premiazione L’olio nuovo di Casa mia, concorso dedicato agli oli extravergini e vergini locali 2019. “La campagna olearia 2019 ha registrato un buon andamento quantitativo rispetto l’anno precedente. Nonostante gli attacchi del maltempo che si sono abbattuti sull’intera regione lo scorso autunno e che soprattutto nel ponente costiero hanno causato la perdita di ingenti quantità.
Nel levante, dove la raccolta era già iniziata invece il maltempo ha causato solo danni marginali. Mentre a compromettere in parte la qualità dell’olio è stato l’attacco della mosca. Che ha colpito ad inizio raccolta quando non era più possibile fare trattamenti. Ciononostante nel complesso l’olio conferma la sua qualità e, rispetto all’andamento italiano, la nostra regione, compresa la provincia spezzina ha registrato un’ottima annata”, spiega Coldiretti.
Alzato il velo su tanti prodotti
“Il quadro che si può delineare per la nostra provincia – affermano la Presidente di Coldiretti La Spezia Sara Baccelli e il Direttore Provinciale Francesco Goffredo – è quello di un’agricoltura tutt’altro che estensiva. In cui operano perlopiù piccole e micro imprese, orientate a produzioni di qualità. Anche trasformate come nel caso dell’olio in proprio o presso frantoi di terzi, e destinate direttamente al consumatore senza intermediari. Purtroppo per quanto riguarda il settore olivicolo è da constatare che il tema dell’abbandono degli uliveti ancora non è risolto.
Eppure gli uliveti sono facilmente ed immediatamente recuperabili e, nelle nostre zone, producono olio di alta qualità come dimostra il concorso di oggi. Oltre a lavorare su questo tema, come Coldiretti ci sentiamo in dovere di irrobustire significativamente il numero di produttori. Incentivando la professione anche non necessariamente a titolo prevalente. Sostenendo una produzione extravergine di qualità, meglio se DOP, incentivando il ricambio generazionale e il ritorno alla terra da parte dei giovani, creando reti e sinergie”.
(LaPresse)