ROMA – Puntare sul Made in Italy e sull’agroalimentare. Perché l’agricoltura 4.0 è il futuro ed “il Recovery plan può e deve rappresentare una occasione per il Made in Italy”. I dati, peraltro, stanno lì a dimostrarlo: le esportazioni agroalimentari italiane per la prima volta nella storia recente superano le importazioni. Il che, secondo l’analisi compiuta dalla Coldiretti sulla base di dati Istat, significa che ci sono le condizioni per far crescere il Made in Italy e ridurre la dipendenza dall’estero, da dove arriva ancora un prodotto agroalimentare su quattro consumato sulle tavole degli italiani.
Le esportazioni
Le esportazioni agroalimentari nel 2020 hanno raggiunto il valore record di 46,1 miliardi con un aumento dell’1,7% rispetto all’anno precedente che ha consentito lo storico sorpasso sulle importazioni che sono invece scese a 43 miliardi. Una svolta che offre grandi opportunità al Made in Italy dopo che a causa di decenni di sottovalutazione, secondo Coldiretti, l’Italia ha accumulato un deficit produttivo di autoapprovvigionamento pari al 25% dei consumi a tavola, dalla carne al latte fino ai cereali e fatta eccezione solo per vino, frutta e carni avicole.
Il Recovery è un’occasione
L’occasione del Recovery plan secondo il presidente di Coldiretti Ettore Prandini è una opportunità per puntare ad una rivoluzione nell’agricoltura, attraverso “digitalizzazione delle campagne, innovazione tecnologica, foreste urbane per mitigare l’inquinamento e smog in città, invasi nelle aree interne per risparmiare l’acqua, chimica verde e bioenergie per contrastare i cambiamenti climatici”. “Nel comparto agrofood siamo i primi della classe. E, tramite il Recovery, possiamo aumentare il gap con la concorrenza internazionale aumentando la nostra leadership”. Sottolinea il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani.
La specifica autorità sull’agroalimentare
Una spinta in più potrà arrivare anche da una specifica autorità sull’agroalimentare. “Tutto deve funzionare in una cornice che per essere regolata deve prevedere un’autorità specifica per l’agroalimentare. Credo sia fondamentale e con gli uffici stiamo lavorando a questo. Il modello spagnolo lo stiamo studiando e funziona”, ha assicurato il ministro dell’Agricoltura, Stefano Patuanelli.
Agricoltura 4.0
Ma per cogliere appieno le opportunità offerte dalle innovazioni tecnologiche offerte dall’agricoltura 4.0 occorre colmare i ritardi nell’espansione della banda larga nelle zone interne e montane visto che solo il 76% delle famiglie italiane dispone di un accesso internet e appena il 75% ha una connessione a banda larga e la situazione peggiora notevolmente nelle aree rurali con appena il 68% dei cittadini che dispone di connessione a banda larga nei comuni con meno di duemila abitanti, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat.
(LaPresse)