MILANO – Un italiano su tre quando esce dal ristorante si porta talvolta a casa gli avanzi con la cosiddetta ‘doggy bag’. Mentre una percentuale del 18% lo fa solo raramente. E’ quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Ixe’ sugli sprechi alimentari degli italiani in vista della ricorrenza della Giornata nazionale contro lo spreco alimentare che si celebra il 5 febbraio.
Doggy bag, la differenza tra l’Italia e le altre nazioni
Nel nostro Paese la situazione resta comunque molto lontana – nota la Coldiretti – rispetto ad altre nazioni partire dagli Stati Uniti. Dove la borsa con gli avanzi è una nata addirittura negli anni ’40 per diventare ormai una prassi naturale e consolidata tra la popolazione che coinvolge addirittura i vip.
In Francia c’è una norma – rileva Coldiretti – che obbliga i ristoranti con più di 180 posti a sedere di avere in dotazione la doggy bag. Ma l’abitudine di portarsi a casa gli avanzi è radicata anche in Cina, dove la richiesta del “dabao” (che significa “Mi faccia un pacchetto”) è entrato nel galateo, e viene considerato un comportamento da persone educate.
L’analisi della Coldiretti nei ristoranti italiani
In Italia invece – precisa la Coldiretti – il 9% non la chiede perché non è educato, volgare, da poveracci ed il 5% perché si vergogna. C’ è peraltro un 28% di italiani non lascia alcun avanzo quando va a mangiare fuori.
La tendenza a finire quanto viene servito a tavola, secondo i suggerimenti del nonni, richiama un passato difficile. Che – sottolinea la Coldiretti – riconosceva il valore del cibo e la necessità di non sprecarlo. Un comportamento che – precisa la Coldiretti – mal si concilia però con i troppi pudori ancora presenti nel richiedere gli avanzi del cibo acquistato nel ristorante. Come avviene abitualmente in altre realtà.
Un modus operandi poco diffuso nel nostro paese
Una abitudine dunque che non ha ancora contagiato capillarmente l’Italia dove permangono molte resistenze. Nonostante la richiesta di portare a casa gli avanzi dei pasti consumati nella ristorazione sia un diritto dei clienti. Sancito anche dall’entrata in vigore della legge 166/16 sugli sprechi alimentari che “promuove l’utilizzo, da parte degli operatori nel settore della ristorazione, di contenitori riutilizzabili idonei a consentire ai clienti l’asporto degli avanzi di cibo”.
Confezioni e vaschette per conservare il cibo in eccesso
Non a caso – riferisce la Coldiretti – molti ristoranti si sono attrezzati e in un numero crescente di esercizi, per evitare imbarazzi, si chiede riservatamente al cliente se desidera portare a casa il cibo o anche le bottiglie di vino non finite. E si mettono a disposizione confezioni o vaschette ad hoc. Peraltro – conclude Coldiretti – molte delle porzioni avanzate possono essere consumate a casa semplicemente riscaldandole oppure utilizzate come base per realizzare ottime ricette.
(LaPresse)