CAIVANO – Venticinque finiti in carcere, uno ai domiciliari, per sette è scattato il divieto di dimora e altri 31 sotto inchiesta a piede libero: sono i numeri dell’indagine, coordinata dalla Dda di Napoli, che ha sferrato l’ennesimo colpo al clan Sautto-Ciccarelli. L’attività investigativa, condotta dai carabinieri del Nucleo di Castello di Cisterna, diretti dal maggiore Andrea Coratza, è riuscita a smantellare, stando alla tesi della Procura, la gang che, per conto della cosca mafiosa, tra il 2016 e il 2020 avrebbe controllato lo smercio di droga nel Parco Verde di Caivano, riuscendo a distendere i propri tentacoli anche in altri territori della provincia di Napoli, fino ad arrivare nella zona atellana di Caserta (numerose le cessioni di droga registrate ad Orta di Atella).
Le indagini
Il lavoro dei militari dell’Arma, grazie ad intercettazioni, appostamenti e informazioni acquisite dai collaboratori di giustizia, è riuscito a delineare, sostiene l’accusa, la presenza a Caivano di “una vera e propria costellazione di punti-vendita di narcotici di diversa natura e qualità, attiva tutti i giorni dell’anno e a tutte le ore del giorno e della notte, considerata, nel complesso, come una della ‘piazze di spaccio’ a cielo aperto più grandi d’Europa”. Con l’attività dei carabinieri è stato possibile rinvenire e sottoporre a sequestro ingenti quantità di stupefacente di vario genere.
I precedenti
Tra il 2016 e il 2020 la Direzione distrettuale antimafia aveva chiesto ed ottenuto dall’ufficio Gip del Tribunale di Napoli altri due provvedimenti cautelari, riguardanti sempre lo stesso settore criminale (circostanza che dimostra l’incessante operatività della compagine malavitosa): un blitz scattò il 12 novembre 2019, l’altro il 10 maggio 2021
Gli affari del clan
L’associazione criminale non solo si sarebbe occupata della vendita al dettaglio di cobret, cocaina, crack, eroina, hashish e marijuana nel Parco Verde, ma, affermano gli investigatori, ha pure rifornito gli altri gruppi di narcotrafficanti attivi in varie zone della Campania, tra cui i Belforte di Marcianise. A ricoprire i ruoli di organizzatori e promotori dell’associazione, stando a quanto accertato dai militari dell’Arma, erano Pietro Iuorio, Gennaro Antonio e Nicola Sautto. Si occupavano, dice l’accusa, dell’approvvigionamento di stupefacenti e coordinavano anche le attività dei singoli addetti alle piazze di spaccio.
Le accuse
I 64 indagati rispondono, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico di droga, singoli episodi di spaccio e di camorra. Sono da ritenere tutti innocenti fino ad un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile.
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