Coltellate per una ragazza: lite nel bar finisce in tragedia. Assassinato 17enne liternese

Arrestato dai carabinieri il presunto aggressore: ha 20 anni. Almeno otto i fendenti che Saaoud avrebbe sferrato al fianco sinistro di Giuseppe Turco. I carabinieri a caccia dell’arma del delitto

CASAL DI PRINCIPE – Una giovane vita spezzata, un’altra che resterà macchiata, per sempre, dall’aver compiuto un gesto feroce, spregevole, e un territorio che torna a farsi teatro di sconvolgente violenza. Il ragazzo che non c’è più si chiamava Giuseppe Turco: aveva 17 anni e viveva a Villa Literno. Venerdì sera, insieme ad alcuni suoi amici, aveva deciso di raggiungere la vicina Casal di Principe. Entra nel bar Morza, in piazza Villa, probabilmente per prendere un caffè. Ma in pochi istanti quella che doveva essere un’uscita serena si trasforma in tragedia. Incontra chi gli avrebbe tolto la vita. Per i carabinieri si tratta di Anass Saaoud, un 20enne nato a Tripoli. Tra i due prima uno scontro verbale, poi qualche spintone e, infine, le coltellate. Il ragazzo, stando a quanto accertato dagli investigatori, avrebbe inferto almeno otto fendenti al fianco sinistro del giovane liternese. Turco, sanguinante, è stato portato dai suoi amici in auto alla clinica Pineta Grande di Castelvolturno. Pochi istanti dopo, raggiunto pure dalla madre, è entrato al pronto soccorso camminando sulle sue gambe, riuscendo ad arrivare, anche se agitato, alla sala dove doveva sottoporsi a una Tac. E proprio mentre i medici stavano eseguendo l’esame per capire l’entità delle ferite, il 17enne è morto.
Mentre Giuseppe Turco spirava in clinica, i carabinieri si sono messi alla ricerca di chi lo ha ucciso. E gli elementi raccolti nell’immediatezza della tragedia hanno portato i militari a ritenere che il colpevole potesse essere Anass. Il 20enne, dopo l’aggressione, avrebbe subito lasciato il bar, probabilmente disfacendosi durante la fuga dell’arma del delitto. I carabinieri lo hanno trovato qualche ora dopo nella sua abitazione, da cui è stato prelevato e portato in caserma. Per lui è scattato un provvedimento di fermo emesso dal pubblico ministero Francesco Cirillo. A convincere la Procura di Napoli Nord che il colpevole sia Anass, ha contributo anche il ritrovamento di indumenti sporchi di sangue nella sua abitazione.
In queste ore i militari dell’Arma sono ancora al lavoro per definire l’esatta dinamica dell’accaduto. È probabile che ad innescare la lite tra Turco e il 20enne siano questioni sentimentali. Il ragazzo originario di Tripoli, a quanto pare, è fidanzato con una giovane che in precedenza aveva avuto una relazione sentimentale con il liternese. La presenza di Turco a Casale avrebbe scatenato la rabbia di Anass. C’è chi sostiene che la zuffa sia nata a seguito del passaggio della giovane ‘contesa’ davanti al bar. C’è anche chi, invece, dice che Anass era stato avvertito da un suo amico circa la presenza di Turco nel bar di piazza Villa. E il 20enne, appresa l’informazione, si sarebbe fiondato nel locale munendosi di un coltello.
La lama usata per uccidere non è stata ancora trovata. Alcuni testimoni hanno riferito che il presunto omicida l’avrebbe comprata da un ambulante qualche istante prima di entrare nel bar. L’attività investigativa dei carabinieri nelle prossime ore servirà a fare chiarezza sull’accaduto. Per ora la certezza è che la vita di Giuseppe si è interrotta brutalmente, che Anass, se colpevole, dovrà convivere con il peso di aver ucciso, e che Casal di Principe, l’Agro aversano, è ritornato alla ribalta nazionale perché nella sua terra si è verificato l’ennesimo episodio cruento. E la criminalità organizzata, stavolta, non c’entra.

“Mio figlio ucciso da chi ha già precedenti”

Quello andato in scena venerdì sera in piazza Villa non sarebbe stato il primo scontro che ha visto protagonisti Anass Saaoud e Giuseppe Turco. Circa un mese fa, sempre per la ‘contesa’ di una ragazza, sarebbero stati coinvolti in violento un litigio. Ma chi conosce il 20enne originario di Tripoli e chi frequentava il liternese, mai e poi mai avrebbe immaginato che il loro alterco si sarebbe ripetuto per trasformarsi in tragedia. E invece, così è stato.
Saaoud era già stato denunciato perché sorpreso fuori da un negozio con un’arma da fuoco. Ieri a Casal di Principe alcuni ragazzi hanno raccontato di una sua sfuriata avvenuta durante l’evento Albanova Games, al quale partecipano molti giovani dell’Agro Aversano. A seguito di un diverbio con un coetaneo, hanno riferito che il 20enne si sarebbe ripresentato in piazza con un’arma da sparo. Il papà di Giuseppe Turco, ieri, straziato dal dolore, ha lanciato un appello al vicepremier Matteo Salvini: “Deve intervenire – ha dichiarato – perché non è possibile morire a 17 anni a causa di un ragazzo con precedenti penali. In questa zona siamo abbandonati a noi stessi, in mano ai violenti, quindi lo Stato adesso non deve lasciarci soli. Giuseppe doveva andare a mangiare una pizza e invece – ha concluso – ora non tornerà più. Farò di tutto per ottenere giustizia.”

Droga e genitori poco attenti, è esplosa l’emergenza giovanile

Roberta Bruzzone

Giovedì sera l’accoltellamento in piazza Villa, ventiquattro ore prima l’orrore a Roma, dove è stato trovato il cadavere di una diciassettenne (anche lei uccisa con una lama), abbandonata all’interno di un carrello della spesa. E scorrendo il calendario, potremmo indicare tantissimi altri episodi di violenza che, recentemente, hanno visto giovanissimi indossare i panni dei carnefici e delle vittime. “È evidente che ci troviamo di fronte a un’emergenza giovanile”, ha commentato Roberta Bruzzone, criminologa e psicologa forense. Secondo l’esperta, a contribuire alla sua esplosione vi è “un alto consumo di stupefacenti e alcolici, associato a problemi psicologici, che porta a episodi aggressivi sempre più frequenti, spesso scaturiti da motivi futili. Ci troviamo di fronte a un’urgenza di salute mentale senza precedenti nella storia recente e, a mio avviso, il punto più critico riguarda la responsabilità genitoriale”. Bruzzone ha sostenuto che molte madri e padri spesso “non sono in grado di comprendere correttamente ciò che interessa ai loro figli e dimostrano di non essere in grado di educarli. Se non riescono a individuare tempestivamente i disagi dei loro figli e a porre un freno alle conseguenze quando sono adolescenti, diventa difficile contenere la situazione. C’è un’enorme diffusione di consumo di stupefacenti e una condizione generale di disagio psicologico che si manifesta in esplosioni di disturbi d’ansia e comportamenti autolesionistici”. Ad aggiungere pericolosità al contesto sono i social media: “Sono loro a promuovere condotte violente”, ha aggiunto la criminologa.


Ormai, non esistono più divisioni tra sud e nord. “È un’emergenza trasversale. C’è un’intera generazione che soffre di questi problemi. E, a mio avviso, l’unica soluzione per contrastare gli atteggiamenti violenti è aumentare le pene in modo da far comprendere a chi trasgredisce che per loro ci saranno conseguenze gravi. È il solo freno realistico che si può applicare. Allo stesso tempo”, ha continuato Bruzzone, “bisogna far comprendere alle madri e ai padri che se continuano ad essere amici dei loro figli anziché genitori, allora si potrà fare ben poco. I ragazzi di oggi sono incapaci di affrontare frustrazioni, incapaci di gestire il fallimento, incapaci di inserirsi nella realtà. Sono cresciuti senza mai sperimentare le regole, senza avere consapevolezza delle conseguenze che derivano dal superare i limiti. Forse perché nessuno glielo ha mai spiegato”, ha concluso la criminologa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE
RISERVATA

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome