NAPOLI – “Non mi fido di chi si spaccia per civico”: esordisce così Marco Nonno, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, alla prima domanda che gli facciamo su Catello Maresca. Il ‘teatrino’ che il magistrato sta portando avanti ormai da settimane su partiti e simboli di cui “se ne fotte” (parole sue), ha infastidito non poco Giorgia Meloni, la quale, di tutta risposta, ha deciso di puntare nuovamente sul primo nome scelto da Fdi prima ancora della discesa in campo di Maresca, e cioè l’avvocato Sergio Rastrelli.
Consigliere Nonno, dalle sue parole sembra di capire che lo strappo con Maresca sia definitivo.
Se lui rinsavisce e decide di dare spazio ai simboli, noi gli daremo una risposta. In caso contrario, la Meloni sarà capolista a Napoli con Rastrelli sindaco.
Cosa pensa di Maresca?
Penso che alla guida di un Comune ci voglia un politico. Maresca non può pensare di fare il sindaco solo perché ha una brillante carriera alle spalle nel mondo, appunto, della magistratura. Abbiamo visto com’è andata a De Magistris, che ha fallito in maniera clamorosa: i primi cinque anni li ha impiegati per capirci qualcosa.
La questione dei simboli di partito è così insuperabile?
I partiti sono fondamentali, rappresentano quel bagaglio di esperienze che la cosiddetta società civile non può avere. Questa presa di posizione di Maresca danneggia lui, non noi. Il nostro è l’unico simbolo che cresce, abbiamo l’unica leader donna che cresce, e lui si permette di fare lo schizzinoso? Inoltre, ritengo che stia sbagliando a pensare di poter ‘pescare’ nel centrosinistra: non può rappresentare le varie anime, dalla più estrema alla più moderata, spacciandosi per civico. L’unica che non vuole il simbolo è la Lega, che a Napoli, si sa, non tira. Penso che se Maresca è intelligente troverà il modo per ricompattare, ma la verità è che credo sia consigliato molto male: non conosce la piazza politica napoletana, e si sta scontrando con realtà di cui non sapeva nulla.
Crede che Maresca potrà contare sul sostegno di uno dei candidati a sindaco?
Nessuno dei quattro lo sosterrà, lo vedo anche da chi, del mio quartiere, Maresca sta incontrando: personaggi che non rappresentano nulla e nessuno. In questo momento, è Bassolino paradossalmente l’unico politico vero in corsa. Manfredi, invece, è stato chiamato all’ordine: tutte le associazioni e le cooperative che succhiano linfa vitale al
Comune altrimenti che fine fanno poi? E in tutto ciò Rastrelli?
Giorgia Meloni già un anno fa ha registrato la candidatura di Sergio. Lui è sempre stato molto corretto, dice: “Se la mia candidatura serve, sono qui a disposizione della Meloni”. Per Rastrelli candidarsi è un onore. Abbiamo individuato lui perché sin dall’inizio non ci siamo fidati di Maresca, quando parlava troppo e con tutti, un comportamento che ci ha resi diffidenti. Da Roma so che sono in corso d’opera dei tentativi di riconciliazione con Maresca. Noi, intanto creiamo due liste che appoggeranno Rastrelli, però so che Forza Italia a un certo punto si porrà il problema.
Quali sono le direttive della Meloni per il vostro partito?
Che tutta la direzione di Fratelli d’Italia debba candidarsi insieme al leader nazionale. Giorgia ha nominato Andrea del Mastro come responsabile della formulazione delle liste proprio per evitare ‘sbandamenti’. Diktat che qualcuno non ha gradito, ma non voglio fare nomi. Se la Meloni può evitare di scendere in campo, è meglio. In caso contrario, non la lasceremo sola.