ROMA – Il ruolo di comparsa non si addice al leader di Forza Italia Silvio Berlusconi che per più di un ventennio ha dominato la scena politica nazionale. Meglio defilarsi e riflettere per evitare di essere ‘divorato’ dai ‘nuovi’ comunicatori, i ministri dell’Interno e del Lavoro Matteo Salvini e Luigi Di Maio.
Il cavaliere e i tentativi falliti di uscire dall’ombra
Sembra che Berlusconi abbia intuito che in questa fase se non si ha la capacità di fare scalpore, nel bene o nel male, scegliendo i canali giusti, è meglio tacersi. L’unico tentativo fatto, qualche giorno fa, è stata la lettera inviata al Corriere per lanciare una nuova organizzazione del partito. Niente di eclatante, nulla di nuovo. L’annuncio di ‘cambiamento’ è ormai abitudine per i partiti perdenti.
Da Fi a L’Altra Italia
Cambiare nome senza cambiare pelle rischia di trasformarsi in una mera operazione per rifarsi l’ immagine. Sembra che l’idea di trasformare Fi in L’Altra Italia sia un’ipotesi tramontata sul nascere. Proprio alcuni forzisti sembra abbiano portato Berlusconi a più miti consigli. Che senso ha cambiare nome e simbolo se il cerchio magico resta lo stesso? In Fi non c’è modo di sradicare le ‘rendite di posizione’. I berlusconiani storici, spesso rivelatisi cattivi consiglieri, non sono disposti a farsi da parte per favorire la rigenerazione del partito.
L’ingresso nella III Repubblica viaggia online
Fino a quando il leader di Fi, e i suoi, non saranno in grado di stare al passo con i tempi, difficilmente riusciranno a strappare la scena a Di Maio e Salvini. Berlusconi scrive lettere ai quotidiani e al massimo si gioca la carta delle Tv. Ma questa è la comunicazione del secolo scorso. Oggi, e i due ministri lo dimostrano, se non sai utilizzare i social, se non hai un social media manager, qualcuno che curi la comunicazione online, non esisti, non hai possibilità di spuntarla. Dura la vita del cavaliere al tempo dei social.