Insulta un ragazzo di colore, coach ‘condannato’ ad allenare i migranti: “Esperienza da ripetere”

ROVIGO – L’ultima meta è sconfiggere il razzismo in ogni sua forma. Ma ci si arriva passo dopo passo. E così Umberto Casellato, un allenatore di rugby, è stato ‘condannato’ ad allenare una squadra di migranti come punizione per aver più volte insultato con frasi razziste un giocatore di colore degli avversari del Petrarca. Così come più volte, subito dopo il gesto, il coach ha chiesto scusa al giocatore, al club avversario e al pubblico. Ma gli è costato otto settimane di squalifica dal campo, con divieto di entrare allo stadio durante tutti i match di campionato fino a metà marzo e questa ‘punizione’ speciale che il coach sta affrontando con passione, amore ed entusiasmo.

Il coach tra i migranti per insegnare Rugby

Zaino in spalla, palloni ovali in mano e tanta voglia di fare sport. E’ con questo spirito che Casellato sta affrontando la nuova sfida. Attorno a lui i giovani richiedenti asilo ospiti della ‘Porto Alegre’ all’ostello Canalbianco di Arquà Polesine. I giovani migranti una volta la settimana, insieme a mister Francesco Verza, si allenano a calcio. Ed ora stanno imparando le basi del rugby. Sono più di venti, età comprese tra i 20 e i 25 anni, che ascoltano incuriositi e con passione il proprio coach d’eccezione.

La squalifica e il pegno sociale scelto dai suoi dirigenti

Per Casellato questa esperienza vale come punizione da affrontare. E’ stata una decisione decisa dai vertici del club che allena, il Rugby Rovigo Delta dopo gli insulti ad un rugbista del Petrarca lo scorso 12 gennaio in trasferta a Padova.Un derby valido per la qualificazione alla coppa Europa del rugby. Episodio che è costato al coach di origini trevigiane otto settimane di squalifica dal campo, dalla commissione giudiziale di ‘Continental Shield’. Per lui vige anche il divieto di entrare allo stadio durante tutti i match di campionato, rientrerà alla metà di marzo per il match Rovigo -Calvisano. Poi la decisione di Francesco Zambelli, presidente del club, e del ds Giuseppe Favaretto: il pegno simbolico, sociale, di allenare i giovani richiedenti asilo.

Esperienza da ripetere

Lo rifaremo“, esclamano un po’ tutti. “Presto verranno a trovarci al Battaglini. Pensiamo a un altro allenamento, per proseguire questa iniziativa“, spiega Favaretto. “Un’esperienza che ci ha arricchito“, ammette mister Verza. “Voglio che lo teniate così da poter continuare ad allenarvi e a giocare“, così divertito e serio Casellato regalando il pallone ovale ai ragazzi appena terminato l’allenamento.



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