Confindustria, battuta d’arresto per la produzione, pesano contagi

A restituire questa fotografia e la periodica analisi congiunturale rapida del Centro studi di Confindustria

Foto Ufficio Stampa Confindustria/LaPresse

ROMA – Battuta d’arresto a luglio per la produzione industriale mentre anche le prospettive e il clima di fiducia delle imprese viene appannato dalla diffusione dei contagi e delle varianti.

A restituire questa fotografia e la periodica analisi congiunturale rapida del Centro studi di Confindustria da cui emerge che “la produzione industriale italiana cresce nel secondo trimestre ad un ritmo vicino a quello rilevato nel primo (1,0% contro 1,3%) mentre il terzo parte con un abbrivio negativo: in luglio si stima infatti un calo dell’attività dello 0,7% (dopo +1,0% rilevato dall’Istat in giugno) spiegato sia da un maggiore ricorso alle scorte di magazzino, necessario per soddisfare l’afflusso di ordini, sia da alcune strozzature dell’offerta lungo la filiera produttiva internazionale dovute alla scarsità di alcune componenti e materie prime”.

E il futuro immediato potrebbe riservare nuove incertezze. “Gli imprenditori continuano a essere ottimisti, benché i timori legati a nuove restrizioni conseguenti alla diffusione della variante Delta stiano iniziando a intaccare le attese di medio periodo. Le indagini di fiducia di agosto potrebbero cogliere in pieno queste preoccupazioni”.

Più nel dettaglio spiega Confindustria gli indicatori congiunturali relativi al terzo trimestre continuano a segnalare una dinamica positiva dell’attività nell’industria, con ordini in aumento (specie nella componente interna) e attese di produzione favorevoli. Tuttavia non è escluso che nei mesi estivi si osservi un rallentamento rispetto alla dinamica registrata in primavera. Iniziano infatti ad emergere anche in Italia gli effetti della scarsità di materie prime e di componenti, fattori che hanno determinato un blocco delle catene globali di fornitura, provocando strozzature nell’offerta in particolare in alcuni settori (automotive, elettronica, macchinari).

“Il peggioramento degli indicatori relativi a lavoro inevaso e tempi medi di consegna dei fornitori riflette questi crescenti problemi di approvvigionamento che tendono a frenare l’espansione dell’attività – nonostante un aumento delle commesse – e creano pressioni sulla capacità produttiva”, conclude il report Csc.

LaPresse

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome