ROMA – I sindacati incontrano Confindustria sul Green pass, mentre Andrea Orlando rilancia il dialogo a 360° e conferma l’apertura sull’obbligo vaccinale. Sul fronte economico-sociale, tutti gli occhi sono puntati sul governo, in procinto di estendere a brevissimo il Certificato Verde sui luoghi di lavoro. Ecco allora che non casualmente lunedì, a quanto si apprende da fonti sindacali, è previsto un contatto tra Cgil, Cisl e Uil e Confindustria. Al centro dei colloqui proprio il green pass in azienda (già obbligatorio per le mense) e l’obbligo vaccinale. Qui la posizione delle parti sociali è chiarissima: va bene, ma serve una legge. “Bisogna raccogliere le idee di tutti e verificare i numeri in Parlamento. Io sono per prendere in considerazione questa ipotesi se la pandemia non rallenta. Possiamo permetterci tutto tranne una nuova stagione di chiusura”, dice il ministro del Lavoro Orlando alla Festa de L’Unità di Genova. Sul Certificato verde, difeso con forza dal premier Draghi in conferenza stampa giovedì, aggiunge: “Fino a qua abbiamo gestito il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro con un metodo: quello del confronto con le parti sociali, che ha prodotto protocolli che ci hanno consentito di uscire dalla fase più acuta della pandemia. Riprendiamo da lì, troviamo insieme la strada. Alle forze sociali dico riprendiamo il dialogo, alle forze politiche dico evitiamo la tattica e i balletti sulla sicurezza delle persone”.
Sul fronte del proprio Ministero, l’esponente Pd ha cerchiato in agenda la riforma degli ammortizzatori sociali – che finora ha subito qualche ritardo – e il decreto anti delocalizzazioni. Lunedì al riguardo ci sarà una riunione al Mise, visto che una delle principali ideatrici del piano è Alessandra Todde, viceministro allo Sviluppo economico in quota M5S.
L’idea, secondo Orlando, è quella di “una cosa abbastanza rapida e sarà meditata, anche in sede di conversione parlamentare”. Insomma, nessuno pensa di chiudere le imprese con una norma, ma servono percorsi per tutelare siti produttivi e lavoratori, già provati dalla pandemia. “E’ una norma complessa, perché deve essere efficace, realistica. Ci stiamo lavorando, non avremo tanto tempo prima di uscire con una norma condivisa dal governo e che sarà condivisa con Confindustria e le altre parti sociali”, aveva spiegato Draghi in conferenza stampa.
(LaPresse)