“Gli occupanti russi si sono posti l’obiettivo di raggiungere il confine amministrativo della regione di Donetsk entro la fine di quest’anno”. Lo ha detto in un’intervento alla tv ucraina la vice ministra della Difesa di Kiev, Anna Malyar. “Ora la città di Bakhmut è la ‘nostra fortezza orientale’, dove il nemico ha concentrato la maggior parte di tutte le attrezzature e le armi militari – ha aggiunto – c’è stata una leggera avanzata, ma il nemico è stato cacciato”.
Sergei Lavrov torna ad attaccare gli Stati Uniti accusandoli di fare “di tutto per prolungare il conflitto e renderlo più violento”. Il ministro degli Esteri moscovita ha parlato in un’intervista alla Tass sostenendo che “il Pentagono pianifica apertamente gli ordini per l’industria della Difesa americana per gli anni a venire, alzando costantemente il livello delle spese militari per le esigenze delle forze armate ucraine e chiedendo lo stesso agli altri membri dell’alleanza anti-russa“. Secondo Lavrov “dal febbraio di quest’anno, il volume degli aiuti militari al regime ha superato i 40 miliardi di dollari, che è paragonabile ai bilanci militari di molti paesi europei. Sappiamo anche che gli ambienti politici americani stanno sempre più pensando di trascinare l’Ucraina nella Nato”.
Ma non è tutto perché il ministro moscovita ha anche accusato gli americani di aver minacciato di morte Vladimir Putin. “Alcuni ‘funzionari anonimi’ del Pentagono hanno effettivamente minacciato di infliggere un ‘attacco decapitante’ al Cremlino, si tratta di una minaccia per eliminare fisicamente il capo dello stato russo”, ha dichiarato Lavrov che ha poi aggiunto: “Se tali idee sono effettivamente valutate da qualcuno, questo qualcuno dovrebbe riflettere molto attentamente sulle possibili conseguenze di tali piani”.