Svolta nelle indagini sull’uccisione dell’ambasciatore italiano Luca Attanasio, del carabiniere Vittorio Iacovacci e dell’autista Mustapha Milambo nella Repubblica Democratica del Congo, in un agguato avvenuto il 22 febbraio scorso. Anche se le indagini “continuano, ci sono sospetti che sono stati arrestati e vengono interrogati. Al di là di questi sospetti, c’è sicuramente un’organizzazione”. Lo ha dichiarato il presidente della Repubblica Democratica del Congo, Felix Tshisekedi, secondo quanto riportato dalla testata locale Actualité. Il presidente ha parlato di responsabili dell’attacco “organizzati in bande. Hanno sicuramente dei mentori. Questo è tutto ciò che dobbiamo mettere insieme. Abbiamo la collaborazione dei servizi italiani e stiamo lavorando sodo”. Tshisekedi ha aggiunto che quanto successo è “drammatico. Conoscevo personalmente questo ambasciatore. È terribile. Sono rimasto davvero sconvolto dalla sua morte. Mi motiva di più a trovare i sospettati e soprattutto a porre fine a queste sacche di violenza nella Repubblica Democratica del Congo orientale”.
L’ambasciatore Attanasio, 44 anni, è rimasto ucciso il 22 febbraio scorso quando il convoglio del Programma alimentare mondiale diretto a Rutshuru, sul quale viaggiava assieme ad altre sei persone legate alla Monusco (missione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione della Repubblica Democratica del Congo), è stato vittima di un agguato nei pressi di Kibumba, a nord di Goma, vicino al parco nazionale dei Virunga e al confine con il Ruanda. Il convoglio è stato attaccato da alcuni uomini armati di mitragliatori, in un probabile tentativo di rapimento. Ferito gravemente all’addome, Attanasio è morto poco dopo presso l’ospedale dell’Onu di Goma. Oltre al diplomatico, sono rimasti uccisi l’autista del convoglio Mustapha Milambo e il carabiniere della scorta, Vittorio Iacovacci, 30 anni, originario di Sonnino, in provincia di Latina. Attanasio è stato il primo ambasciatore italiano a essere ucciso nell’adempimento delle sue funzioni.
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