Congo: Fontana ricorda ambasciatore Attanasio tra le vittime del terrorismo

"Il terrorismo, intenso come lotta politica, basata su violenze indiscriminate e destabilizzanti, impiegato da gruppi clandestini rivoluzionari, non ha davvero niente a che fare con la politica e la società come sono intese e come le vogliamo".

Foto LaPresse - Claudio Furlan 22/03/2021 - Milano (Italia) News Punto Stampa di Attilio Fontana su situazione vaccini contro il covid 19 in Lombardia Photo LaPresse - Claudio Furlan March 22, 2021 Milan (Italy) News Press Point by Attilio Fontana on the vaccine situation against covid 19 in Lombardy

MILANO – Il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, nel suo intervento in Consiglio regionale per la Giornata in memoria delle vittime del terrorismo, celebrata ieri, ha ricordato Luca Attanasio, l’ambasciatore italiano ucciso in Congo in un agguato insieme al carabiniere Vittorio Iacovacci.

“Il terrorismo, intenso come lotta politica, basata su violenze indiscriminate e destabilizzanti, impiegato da gruppi clandestini rivoluzionari, non ha davvero niente a che fare con la politica e la società come sono intese e come le vogliamo. L’incivile, criminosa, incontrollabile e devastante violenza con cui il terrorismo vuole imporre le proprie idee è quanto di più lontano possa esserci dalla natura e dalla ragionevolezza umana. E il ricordo di atti disumani non deve oscurare la luce che invece le numerose vittime di queste azioni avevano diffuso nel mondo” ha detto Fontana. “Come non celebrare, dunque, insieme alle vittime riconosciute di una matrice di terroristica – aggiunge Fontana -, anche il nostro lombardo Luca Attanasio, ambasciatore italiano in Congo, ucciso in un agguato che era probabilmente un tentativo di sequestro e con lui il carabiniere Vittorio Iacovacci. Il suo impegno, la sua luce, il suo coraggio, siano di esempio per quanti qui e fuori di qui, oggi e domani, intraprendono la strada dell’aiuto e dello sviluppo della propria comunità: la salvaguardia della pace tra i popoli, il dialogo, lo scambio tra culture, la cooperazione internazionale possono essere anche la chiave di volta della lotta al terrorismo se ci diamo tutti la possibilità di non giudicare senza conoscere, di non guardare dall’alto in basso la diversità, di non arrenderci alle ingiustizie ma di lavorare per un mondo più giusto”.

LaPresse

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