MILANO – Il nuovo corso del M5S passa anche per una netta contrapposizione alla Lega su determinati temi sensibili. Come quello della famiglia, o meglio del Congresso mondiale della Famiglia, in programma a Verona dal 29 al 31 marzo prossimi.
All’evento ci sarà Matteo Salvini, mentre il suo alleato, Luigi Di Maio, ha chiuso definitivamente le porte: “Io a un convegno come quello di Verona, dove si arriva persino a negare il tema della violenza contro le donne, non ci vado“.
Il capo politico ha posto un veto per tutti i suoi uomini
“Non ci andrà nessun parlamentare del Movimento“. È durissimo l’attacco sferrato dal ministro del Lavoro: “Noi abbiamo un’altra idea di mondo, pensiamo che la famiglia sia sacra ma crediamo anche nelle libertà, nei valori, nel progresso“.
Già nei giorni scorsi Di Maio aveva bollato il raduno veneto come “la destra degli sfigati”, ma questo non aveva impressionato il leader leghista, che ha invece confermato la partecipazione.
Un solco ben visibile tra due linee politiche diametralmente opposte
Distanza acuita dalle parole del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede: “Io in un convegno di quel tipo non andrei mai, perché considerando alcuni ospiti mi pare che le lancette dell’orologio sulla concezione della donna vengono spostate indietro di qualche secolo“. Il Guardasigilli è severo nel giudizio, spiegando che “in un momento come questo le istituzioni e gli uomini delle istituzioni devono dare un segnale completamente diverso“.
Il muro alzato con la Lega è parte della nuova strategia pentastellata
Oltre a marcare i territori di dissenso con il ministro dell’Interno, partirà da questa settimana anche la discussione con gli iscritti, tramite la piattaforma Rousseau, sulle novità annunciate da Di Maio all’indomani della sconfitta elettorale in Abruzzo.
Il primo punto all’ordine del giorno saranno gli ‘apparentamenti’ con le liste civiche sul territorio. “Nella nostra storia ci sono stati tanti punti di svolta“, ricorda il capo politico, chiamando il suo popolo a raccolta, perché quello avviato “è un salto che il Movimento deve fare per mettersi meglio a servizio dei cittadini in questa sfida complessa che è il governo della nazione“.
In queste settimane la convinzione che “questa evoluzione è necessaria” per il M5S fornisce al giovane leader la certezza che “stiamo andando nella direzione giusta“. Anche se il muro da scalare rimane molto alto e ha l’effige di Salvini sulla propria parete.
(LaPresse)