NAPOLI – Il congresso regionale del Pd è scomparso dai radar e a questo punto si riducono le possibilità di celebrarlo, con conseguenze negative sull’unità del partito, già scarsa, e sulla campagna elettorale per le Europee. Qualche settimana fa il commissario regionale Antonio Misiani ha parlato genericamente di “inizio 2024” per i lavori, ma l’intoppo è costituito dal “caso Caserta”: la sospensione del tesseramento nella federazione di Terra di Lavoro ha interrotto la procedura che avrebbe portato al congresso e per riannodare i fili bisognerebbe risolvere la questione. Il commissario provinciale del partito Susanna Camusso, nel corso di un recente incontro a Caserta, ha promesso di chiudere la partita entro fine anno, ma ormai dicembre sta per iniziare e i tempi tecnici sono strettissimi. L’annuncio della Camusso, peraltro, è stato accolto senza grande entusiasmo da Misiani, che peraltro non è un fedelissimo dei vertici nazionali, ma è stato nominato sulla base di un compromesso con la componente di Stefano Bonaccini, alla quale appartiene. A questo punto, diversi esponenti campani del partito sospettano che il congresso sarà spostato, come nelle intenzioni originarie della segretaria nazionale Elly Schlein, a dopo le Europee. Di conseguenza, in Campania il partito si spaccherà ulteriormente e i candidati della Schlein e correranno da soli, senza appoggio o addirittura con l’ostilità di gran parte del Pd campano. Peraltro, la Schlein potrebbe raccogliere la sfida di Giorgia Meloni e candidarsi capolista in tutte le circoscrizioni. Questo vuol dire che al Sud rischia di arrivare seconda, dietro il sindaco di Bari e presidente nazionale dell’Associazione Comuni(Anci) Antonio Decaro. A favorire questo risultato sarebbero le due regioni principali della circoscrizione: in Puglia Decaro “gioca in casa”, in Campania potrebbe far leva sugli scarsi consensi raccolti da Elly. La famiglia Manfredi (il sindaco di Napoli Gaetano e il consigliere regionale Massimiliano) è già schierata con Decaro e anche il gruppo che fa capo all’altra famiglia, quella De Luca (con il governatore Vincenzo e il figlio deputato Piero) potrebbe sostenerlo. Alle Europee le preferenze da indicare nella scheda sono tre, per cui nulla vieterebbe di votare il candidato deluchiano (l’ex parlamentare Lello Topo) e dare la preferenza anche al pugliese. Arrivare in seconda posizione al Sud sarebbe il colpo del ko per la Schlein, già bersaglio di critiche nello stesso Pd perché divisiva nel partito e impantanata nel “gioco di rimessa” nei confronti di Giorgia Meloni. Anche se riuscisse a evitare la figuraccia nella circoscrizione meridionale, comunque, la Schlein dovrebbe ottenere un risultato significativo con le liste del Pd per salvare la poltrona. E al momento queste condizioni non ci sono, specie se la segretaria continuerà ad alienarsi le simpatie di gran parte dei dem.
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