ROMA – Consumi in lieve ripresa a febbraio un recupero rispetto al mese precedente pari al 22,6 punti percentuali ma in calo del 35,8%. Lo dicono i dati dell’Osservatorio permanente Confimprese-EY. Una situazione che prescinde dal difficile momento economico causato dalla pandemia. Nel mese di febbraio si è consolidato il calo del settore abbigliamento (-36,5%), mentre il non food si attesta al -6,2% rispetto a febbraio dello scorso anno2020. In totale il bilancio che abbraccia gli ultimi dodici mesi vede l’abbigliamento cedere il 46% e il non food il 29,1%. Tuttavia “sull’anno mobile, ovvero negli ultimi dodici mesi, il crollo si attesta al 46,3%”.
La crisi
Sono i viaggi ad accusare una grave crisi a febbraio, pari al -59,9%, ma anche i grandi centri commerciali accusano il colpo causa i lockdown dei festivi e prefestivi (-43,2%) cos’ come gli outlet (-36,5%). Meglio le high street con un -27,6%. Secondo il direttore del Centro studi retail Confimprese, Mario Maiocchi “in febbraio continua l’onda negativa in tutti i settori, tranne nel non food che, sulla scia delle minori restrizioni di alcune merceologie e della ritrovata voglia degli italiani per la lettura, per l’arredamento della casa e per gli oggetti di elettronica, chiude con una contrazione ridotta. Resta il fatto che, nonostante l’avvio della campagna vaccinale, abbiamo di fronte un altro anno di convivenza con il virus e per questo dobbiamo ritrovare fiducia sapendo gestire le aperture e non le chiusure. Continuiamo a sostenere che gli operatori del commercio hanno messo in atto in tempi rapidissimi protocolli operativi molto stringenti, volti a prevenire i rischi di contagio nelle diverse tipologie di esercizi, siano essi situati sia nei centri delle città sia all’interno di centri e parchi commerciali o altre strutture analoghe”.
Cambio degli stili di consumo
“Febbraio segna ancora un forte calo dei consumi, influenzato dalle chiusure e dalla ridotta mobilità – ha spiegato Paolo Lobetti Bodoni, med business consulting leader di EY-Ernst & Young – Iniziamo a osservare anche un cambiamento negli stili di consumo che, a distanza di un anno dallo scoppio della pandemia, si stanno abituando a rinnovare meno spesso l’abbigliamento e a non poter consumare i pasti fuori casa. Sarà importante capire se questo trend si confermerà anche in presenza di futuri allentamenti delle misure sanitarie o se sarà necessario un periodo più lungo di assestamento prima di poter tornare alle vecchie abitudini”.