La crisi del Movimento e le avances ai dissidenti
Se nel Movimento 5 Stelle è scattato il rompete le righe, gli altri partiti, costituiti e costituendi, hanno avviato la campagna acquisti. In questi giorni i messi delle varie forze politiche (Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Partito Democratico, Liberi e Uguali e via discorrendo) fanno a gara per accaparrarsi questo o quel parlamentare grillino dissidente. Tanto che Beppe Grillo, seriamente preoccupato dalla prospettiva della prematura scomparsa della sua creatura, l’ha praticamente commissariata avviando confronti diretti con i “portavoce” in Parlamento.
Tutti contro Di Maio
La cosa, nota da settimane, non ha provocato grossi problemi a Luigi Di Maio. Ormai nel Movimento sono tutti consapevoli del fatto che non è lui il vero leader politico. La cosa è diventata evidente già quando il Movimento si è alleato con il Partito Democratico, poche ore dopo il suo “Mai col partito di Bibbiano”. Ora, dopo lo scandalo della mancata restituzione dei compensi da parte dei parlamentari, sono in molti a chiedere la sua destituzione e il cerchio magico di Davide Casaleggio si sta già interrogando sul suo successore. Colui (o colei) che formalmente dovrà mettere la faccia sulla riorganizzazione del Movimento che verrà annunciata di qui a breve.
Il “toto-leader”: ecco lady Rousseau
Il nuovo volto del partito non sarà certo quello di Roberto Fico, difficile da gestire e da tempo in contatti con referenti di varia provenienza, ma comunque riconducibili alla sinistra e al centrosinistra. Né quello di Alessandro Di Battista, anche lui poco credibile da quando si è capito che non avrebbe mantenuto la promessa di andare via dal Movimento dopo l’alleanza col Pd. C’è chi tira fuori il nome di Enrica Sabatini, “Lady Rousseau”, socia dell’omonima associazione. Che potrebbe contare sui consigli di Pietro Dettori, ghostwriter di Beppe Grillo ai tempi dei confusi ma tonanti post sul blog del comico.
Il piano di Conte
Intanto la notizia del giorno è che anche il premier Giuseppe Conte si è accorto che nel gruppo parlamentare del Movimento è partita la liquidazione totale per cessazione attività. Tanto che lui stesso o suoi stretti referenti avrebbero iniziato a fare proseliti tra gli scontenti pentastellati per ingrossare le file di un nuovo soggetto politico da varare in vista delle possibili, imminenti elezioni politiche. Il 26 gennaio è vicino e l’esito del voto in Emilia e Calabria potrebbe innescare una reazione a catena. Il premier vede all’orizzonte la punta di un iceberg che potrebbe far naufragare il governo e lasciare in balia delle onde parecchi “onorevoli”. A quanto pare, però, in mare ci sono già molte scialuppe pronte ad accoglierli.