NAPOLI – Il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte non ha alcuna intenzione di ricucire gli strappi che si sono creati dopo che non votando la fiducia al Senato sul dl Aiuti si è aperta la crisi di governo che ha portato alle dimissioni di Mario Draghi. Anzi al contrario, quello che interessa a ‘Giuseppi’ è snellire la lista di chi ambisce alla candidatura o ricandidatura alle Politiche, ed è a questo che serve l’ormai permanente conclave grillino. Il M5S non ha più i consensi del 2018 e anche se la scissione del ministro degli Esteri Luigi Di Maio e dei suoi fedelissimi ha ridotto al lumicino il gruppo di deputati e senatori, ancora non basta. La riduzione del numero di parlamentari ha ristretto gli spazi e per l’ex premier è impossibile garantire tutti. Ciò che importa è che ad avere uno scranno romano, nella prossima legislatura, ci siano lui e i suoi fedelissimi. Ed una piccola enclave formata da Roberto Fico e pochi altri. Una strategia di cui si sono accorti i pentastellati che, inizialmente ‘gasati’ dall’idea di tornare ad essere forza di lotta, ora iniziano a sudare freddo, consapevoli del fatto che non c’è spazio per tutti e molti Roma la rivedranno da turisti. “Deputati e senatori del M5S sono vittime sacrificali di Conte – lo ha detto senza mezzi termini il senatore di Insieme per il Futuro Vincenzo Presutto – L’obiettivo di Conte è sempre stato garantire se stesso e la ricandidatura di pochissimi miei ex colleghi. I più che non essendo stati informati della strategia che intendeva utilizzare nei confronti di Draghi e degli effetti collaterali, solo ora stanno dimostrando la propria contrarietà. E’ ormai chiaro che per Conte prima si va al voto e meglio è per lui”. Che il numero uno del Movimento punti alle elezioni anticipate è chiaro anche perché, al di là delle evoluzioni della crisi di governo, ha la certezza che il premier Draghi potrebbe tornare sui suoi passi in caso di un governo di unità nazionale bis solo se questo non fosse a prevalenza destrorsa. Tutto studiato nei minimi dettagli, peccato che abbia elaborato questo stratagemma con pochi fedelissimi nelle stanze dei bottoni e che il resto della ‘brigata’ lo abbia scoperto strada facendo. “Non credo che in questa fase perdere altri parlamentari sia una mossa giusta – ha commentato Presutto – Nei fatti il M5S ha perso peso politico, anche nello scontro con Draghi, e questo per diverse ragioni: la prima è che con la nostra scissione il M5S ha 65 parlamentari in meno. L’apertura della crisi di governo è stata una mossa irresponsabile depotenziata che avrebbe sicuramente avuto maggiore peso se il M5S fosse stato quello di un tempo. Ma come abbiamo avuto modo di dire, il Movimento non esiste più, esiste il partito di Conte, un partito padronale, il cui leader ha provato a fare da picconatore non solo per diventare forze di opposizione, ma per spingere verso il voto anticipato perché il fu M5S in termini elettorali vale pochissimo e prima si va alle urne e meglio è per Conte e pochi amici. Mi dispiace che utilizzi i miei ex colleghi come vittime sacrificali”. E chissà che da vittime sacrificali i parlamentari scontenti non si trasformino e ‘carnefici’ lasciando il M5S.
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