Continuano le proteste in Grecia: no all’accordo con la Macedonia sul nuovo nome

Decine di migliaia di persone hanno manifestato ieri in piazza Syntagma contro l'intesa stretta da Tsipras con Skopje sul cambio di nome del Paese balcanico in Macedonia del Nord: il clima resta 'caldo'

LAPRESSE / AFP

ATENE – Scontri ieri ad Atene sull’accordo che vede il cambio del nome da Macedonia in Macedonia del Nord. Tensione alle stelle in Grecia e anche oggi continuano le proteste.

L’accordo

E’ stato ratificato dieci giorni fa dal Parlamento macedone e aspetta ora il via libera dei deputati greci. Mercoledì il Parlamento di Atene ha confermato la fiducia al governo con 151 voti contro 148, facendo tirare un sospiro di sollievo al premier Alexis Tsipras, che conta di mettere ai voti l’accordo la prossima settimana. 

Gli scontri

Ma l’intesa trovata con la Macedonia per il cambio di nome ha suscitato la dura reazione popolare: secondo le stime della polizia erano 60mila (per gli organizzatori 100mila) le persone da tutta la Grecia che si sono radunate a piazza Syntagma, nel centro di Atene, assediando il palazzo del Parlamento. Una trentina di giovani hanno tentato di forzare il blocco, lanciando pietre e vernice contro le forze della polizia in assetto anti-sommossa, che hanno risposto con i lacrimogeni. Dieci agenti sono rimasti feriti, mentre due manifestanti sono stati ricoverati per problemi respiratori. I giovani a volto coperto se la sono poi presa con i giornalisti presenti, distruggendo l’equipaggiamento di fotografi e cameramen. 

Le adesioni alla protesta

L’opposizione all’accordo per il nuovo nome in Macedonia del Nord ha raccolto adesioni bipartisan, dall’estrema destra di Alba Dorata ai Socialisti, fino a diversi esponenti della Chiesa, a cominciare dai monaci della comunità monastica del Monte Athos. Dopo l’uscita dalla coalizione del partito Greci indipendenti (Anel) dell’ex ministro della Difesa Panos Kammenos, Tsipras guida un governo di minoranza e avrà bisogno dell’appoggio di deputati indipendenti e dell’opposizione per riuscire a far passare in Parlamento l’intesa. Per molti greci, il nome Macedonia si riferisce solo alla provincia settentrionale greca nota per aver dato i natali al conquistatore Alessandro il Grande. Da qui, la querelle diplomatica sul nome dell’ex Repubblica jugoslava che finora ha impedito a Skopje di far richiesta di adesione all’Ue e alla Nato.

Il passo storico

Tsipras ha presentato l’accordo come “un passo storico” verso la normalizzazione delle relazioni tra i due Paesi e ha esortato “le forze progressiste” a sostenere l’intesa. Per il premier greco, il nuovo nome – Macedonia del Nord – offre “una chiara distinzione” tra la regione greca e il Paese vicino; inoltre è previsto che Skopje non possa rivendicare alcuna relazione con l’antica civiltà greca della Macedonia.

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