‘Contro-Movimento’ al via: in Campania c’è Spadafora

Casaleggio e Di Battista accelerano: spunta la bozza dell’organigramma di partito

NAPOLI (Diego Semola) – Raramente, nella storia italiana, le scissioni hanno portato bene. Tranne quella che portò alla nascita del Partito Comunista Italiano, altra storia ed altri tempi, dal dopoguerra ad oggi tutte le altre operazioni sono pressoché fallite. Ne sanno qualcosa in Leu, che usciti dal Pd hanno raccolto il 3%. Ne sa qualcosa Matteo Renzi, Italia Viva non va oltre il 2%. Nobilitando il ragionamento, nemmeno la svolta di Palazzo Barberini ebbe grande successo, i neonati Socialdemocratici di Giuseppe Saragat raccolsero pochi consensi. Per evitare di prendersela con il “destino cinico e baro”, Davide Casaleggio e Alessandro Di Battista preferiscono proseguire per gradi. Nessuno strappo improvviso, ma una lenta operazione di boicottaggio metà dall’interno e metà dall’esterno al nuovo Movimento 5 Stelle che sta nascendo sotto la stella di Giuseppe Conte, con il nulla osta di Luigi Di Maio e Roberto Fico.

Cronache, ieri, ha raccontato di riunioni carbonare a livello nazionale tra gruppi di dissidenti, parlamentari e attivisti già espulsi o andati via. Di Battista gira nei salotti tv ed ogni tanto lo ripete: “Potrei fondare un partito”. Casaleggio, con la sua piattaforma Rousseau, offre assistenza e strutture digitali a chiunque voglia cimentarsi in esperienze civiche alle prossime Comunali. Ed ha intrapreso un round con lo stesso Conte ancora tutto da definire per quanto riguarda i dati degli iscritto al M5S.
Casaleggio e Di Battista, la mente e il corpo del nascente ‘Contro-Movimento’, sanno benissimo, però, che un partito esiste se ha una minimo di struttura sui territori, una pattuglia di eletti nelle istituzioni e in Parlamento, personalità non compromesse agli occhi dell’elettorato di riferimento, ovvero quello che si è affidato in massa ai pentastellati alle Politiche 2018. E così, oltre alle riunioni segrete, fonti romane raccontano che c’è anche un bozza di organigramma che gira tra le chat dei dissidenti e degli espulsi grillini che contano. La Campania, dove il M5S ha sfiorato il 50%, è probabilmente la regione dove riscuotere più consenso. E così, le sorti del nascente nuovo Movimento sarebbero da affidare nelle mani di Vincenzo Spadafora, ex ministro dello Sport in rotta di collisione con Di Maio, Vito Crimi e lo stesso Conte. Lui dovrebbe traghettare e governare il malcontento dal vecchio al nuovo contenitore. Scendendo nel dettaglio territoriale, poi, al consigliere comunale Matteo Brambilla andrebbe la governance a Napoli. Mentre la consigliera regionale Marì Muscarà, posizionata su posizioni molto critiche, il compito di far vivere l’esperimento a Palazzo Santa Lucia.

In questa operazione sarà fondamentale l’apporto di chi dai 5 Stelle è già andato via. A Roma, come in Campania, si punta molto sulla senatrice salernitana Luisa Angrisani, e la collega di Caserta Vilma Moronese. Pier Nicola Peidicini, poi, è già al lavoro in europarlamento alla creazione di un’enclave meridionalista che potrebbe facilmente tramutarsi in un gruppo autonomo al momento opportuno, così da avere rappresentanza e coperture anche a Bruxelles. Il primo obiettivo, ora, è quello di fare perdere il M5S, soprattutto dove è alleato del Pd, alle prossime Comunali, appoggiando liste di disturbo in giro per i territori. Il ‘Contro-Movimento’ di Casaleggio e Di Battista deve nascere da una disfatta giallorossa.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome