Controlli dell’ispettorato del lavoro, sospese 9 aziende a Prato

Su dieci aziende controllate, nove impiegavano lavoratori irregolari o violavano le norme in materia di sicurezza, e ne è stata perciò sospesa l'attività

MILANO – Controlli dell’ispettorato del lavoro, sospese 9 aziende a Prato. Su dieci aziende controllate, nove impiegavano lavoratori irregolari o violavano le norme in materia di sicurezza, e ne è stata perciò sospesa l’attività. È il risultato dell’attività di vigilanza nel distretto industriale tessile di Prato, condotta nei giorni scorsi da una task force coordinata dall’Ispettorato Territoriale di Prato che ha visto impegnati ispettori del lavoro provenienti dagli ITL di Roma e Verona.

L’attività, finanziata dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nell’ambito del progetto ‘ALT Caporalato’, ha avuto ad oggetto realtà imprenditoriali che operano nei settori di confezione in serie di articoli di abbigliamento e manifattura. Le ispezioni sono state effettuate congiuntamente al Nil di Prato, a Inps e Inail, ai mediatori Oim, al personale della Polizia Municipale e della Asl di Prato.

61 le posizioni lavorative esaminate all’atto dell’accesso ispettivo: le 9 aziende, per le quali è scattata la sospensione, impiegavano irregolarmente 34 lavoratori, di cui 22 privi di permesso di soggiorno.

Dalle verifiche, che hanno riguardato la regolare costituzione dei rapporti di lavoro ed il rispetto dei Contratti collettivi nazionali, sono emerse irregolarità amministrative e penali, ed in particolare: lavoro nero, occupazione di manodopera priva di regolare permesso di soggiorno, violazioni in materia di orario di lavoro e di riposi giornalieri e settimanali, omessa tracciabilità del pagamento delle retribuzioni.

Sono state riscontrate e contestate, inoltre, numerose violazioni in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro (omessa elaborazione DVR, omessa designazione responsabile sicurezza e protezione, omessa formazione dei lavoratori, omessa elaborazione piano emergenza ed evacuazione).

(LaPresse)

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