Cop26, Papa: “Agire subito con coraggio. Johnson: “Carbone condannato a morte”

Foto Vatican Media / LaPresse in foto Papa Francesco

MILANO – Un accordo “davvero storico” che segna la “svolta che il mondo aveva bisogno di vedere” e “suona la campana a morto per l’energia a carbone”. Così all’indomani della conclusione della Cop26 il premier britannico Boris Johnson, che ha fatto gli onori di casa a Glasgow, tira le somme del summit.

Johnson ammette una “tinta di delusione” per l’annacquamento del testo dell’ultimo minuto, dove per il pressing di India e Cina l’invito a una “eliminazione graduale” del carbone è stato sostituito con quello a una “riduzione graduale”. Ma evidenzia che quel riferimento al carbone per la prima volta c’è e che l’accordo è comunque un passo avanti.

Il tutto poche ore dopo che Papa Francesco al termine dell’Angelus ha lanciato un appello “ad agire subito con coraggio e lungimiranza”, sottolineando che “il grido dei poveri unito al grido della terra è risuonato nei giorni scorsi alla Cop26 a Glasgow”.

Quella del carbone è senz’altro una nota dolente, che fa parlare di accordo a metà, ma alcuni evidenziano anche come il riferimento ai combustibili fossili sia una novità. A insistere su questo, già in mattinata, era stata la numero uno dell’agenzia Onu per il clima (Unfcc), Patricia Espinosa: “L’enorme passo avanti nei nostri negoziati è stato che – per la prima volta in questo contesto – abbiamo citato carbone e combustibili fossili”, ha detto ai microfoni della Bbc, aggiungendo che l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi è “certamente ancora vivo”.

“Sulla questione del carbone, Cina e India certamente dovranno giustificare ciò che è successo con alcuni dei Paesi più vulnerabili al cambiamento climatico”, aveva detto poi il presidente della Cop26, Alok Sharma, sottolineando però che complessivamente si è trattato di un risultato “storico”. Concetto che ha ribadito a fianco di Johnson in conferenza stampa. E quando gli è stato chiesto perché a fine summit avesse trattenuto a stento le lacrime ha risposto: “Il motivo per cui mi sono commosso” alla fine della Cop26 “non è perché non avevamo raggiunto obiettivo storico”, ma si è trattato “solo di sollievo”. Ha ammesso, però, che a un certo punto ha “sentito il peso del mondo sulle spalle”, in “un’ora molto tesa” in cui sembrava che l’accordo fosse “a rischio”. Insomma, come evidenziato da Espinosa in un’intervista ad Associated Press, un “buon compromesso” è meglio che un ‘no deal’, che sarebbe stato “il peggior risultato possibile”.

Per la responsabile Onu per il clima, un accordo sul clima in sé non sarà sufficiente a limitare il riscaldamento a 1,5 gradi rispetto al livello pre-industriale, ma questa intesa getta le basi, permettendo l’arrivo di più soldi dai Paesi ricchi ai Paesi più poveri, anche se questi ultimi sono insoddisfatti e hanno detto che non è abbastanza.

Se Amnesty International lo definisce un “tradimento catastrofico nei confronti dell’umanità”, il Wwf parla di finale deludente ma di finestra ancora aperta per mantenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi. Quanto a GreenPeace, commenta che si tratta di un accordo “debole” che “manca di coraggio” e che “l’obiettivo di 1,5 gradi resta appeso a un filo”, ma aggiunge che “è stato dato un chiaro segnale: l’era del carbone è agli sgoccioli e questo conta”.(LaPresse/AP)

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