E’ una Juve che va a sprazzi, ma che non ha pietà delle grandi. Dopo averla battuta in campionato i bianconeri stendono la Roma anche in coppa. Con modalità simili al successo di dieci giorni fa. Frutto di un ottimo primo tempo e una ripresa in cui la squadra di Sarri ha subito il ritorno degli ospiti, che ancora una volta hanno pagato un approccio alla partita complicato e l’incapacità di reagire alla prima sberla subita. Eppure, nonostante il tris dei primi 45 minuti facesse presagire una contesa già chiusa, nella ripresa l’autogol iniziale di Buffon, sfortunato a infilare in rete il tiro di Under finito sulla traversa, ha riacceso l’ardore di Florenzi e compagni e fatto riemergere certe criticità della Vecchia Signora quando si tratta gestire un risultato già acquisito. Fermo restando che, anche nel secondo tempo, Higuain ha avuto due palloni per chiudere definitivamente i conti. E che la Roma con il passare dei minuti si è spenta definitivamente, spianando la strada delle semifinale di Coppa Italia a Bonucci e compagni, che attendono ora di conoscere chi affronteranno tra Milan e Torino.
Se all’Olimpico i ragazzi di Fonseca erano capitolati due volte nel giro di dieci minuti, questa volta per i giallorossi è fatale la seconda metà del primo tempo. Il giro palla della Juve, che con Bentancur-Pjanic-Rabiot in mezzo al campo ha piedi e classe per far girare come si deve il pallone, sfianca la Roma. Al resto ci pensa la posizione defilata di Douglas Costa – preferito a Dybala accanto a CR7 e Higuain – che allarga l’undici disegnato da Sarri e costringe la coppia Cristante-Diawara a portare la croce in mezzo al campo. Nonostante il lungo possesso palla bianconero paradossalmente il gol del vantaggio arriva in contropiede. Florenzi sbaglia uno stop, Rabiot pulisce il pallone per Douglas Costa e Higuain. Il pallone corre verso CR7 che da posizione defilata di sinistro fulmina Pau Lopez. Lasciando sul posto Florenzi e Mancini. La peggior notizia per i capitolini è che proprio come avvenuto in campionato il gol subito manda completamente in tilt la squadra. Arrivano così a pioggia il raddoppio di Bentancur, bravo a giganteggiare in mezzo alla macchinosa retroguardia ospite, e il tris con la zuccata di Bonucci, che nel recupero del primo tempo mette la parola fine al discorso qualificazione. Su entrambe le reti c’è lo zampino di un ritrovato Douglas Costa, l’uomo in più che potrà rivelarsi utile in questa seconda parte di stagione. E che aumenta l’imbarazzo della scelta in attacco.
A dare dignità calcistica alla ripresa di una gara che sembrava chiusa ci pensa Under, che dopo pochi minuti scaglia contro la traversa un missile da fuori area. Per sua fortuna la palla carambola contro la mano di Buffon e finisce in rete. Non che prima ci si era annoiati, considerando i pali colpiti in successione da Higuain da una parte e Kalinic dall’altro. La Juve sbanda, va in confusione per qualche minuto mostrando al mondo di non esser ancora quella macchina perfetta che Sarri vorrebbe. E rischia grosso all’11’, quando Mancini vede un corridoio per Florenzi che si presenta direttamente davanti a Buffon. Il numero 77 però è prodigioso in uscita e compie un intervento fondamentale per il momento del match. Percepito il pericolo infatti Bonucci e compagni ritrovano la concentrazione necessaria per portare in porto senza troppi affanni e frenesie la qualificazione. E sfiorano il poker ancora con Higuain, murato da Pau Lopez, e con Ronaldo. Sprazzi di una Juve non ancora perfetta, ma sempre più in crescita.
Di Alberto Zanello (LaPresse)