MILANO – Questa volta non servono 120 minuti, più i calci di rigore, per decretare la finalista di Coppa Italia tra Lazio e Milan. Con una ripresa d’autorità la Lazio espugna San Siro e vendica la sconfitta (con annesse polemiche) di qualche settimana fa in campionato e soprattutto l’eliminazione, arrivata proprio dal dischetto, di un anno fa.
A far la differenza è la pregevole rete del ‘Tucu’ Correa ma soprattutto un atteggiamento troppo passivo del Diavolo, che ha fatto poco per vincere una partita che era obbligato a vincere e che si è sciolto in un bicchier d’acqua una volta andato sotto. A nulla è servita la scossa – nel modulo prima che negli uomini – voluta da Gattuso.
Con il mancato accesso alla finalissima di Roma sfuma così il primo obiettivo stagionale
La qualificazione in Champions, passa dalle prossime cinque gare di campionato. Ma di certo il Milan non si presenta a questo rush finale con il vento in poppa. Gattuso rivoluziona il suo Milan ma almeno in avvio il cambio di modulo non porta con sé le soluzioni auspicate. Perché Romagnoli e compagni nonostante la presenza di Suso e Castillejo ai lati di Piatek faticano a far arrivare palloni giocabili per il ‘Pistolero’ Va decisamente meglio in fase di copertura, con l’aggiunta di un rientrante Caldara a comporre la retroguardia a tre con Musacchio e Romagnoli, ma le lacune del Diavolo nel 2019 non sono mai state da metà campo in giù.
Dalla parte opposta Inzaghi disegna un 3-5-2 con Correa che viene preferito a Caicedo come partner di Immobile. La Lazio però perde dopo un quarto d’ora Milinkovic-Savic, desideroso di rifarsi dopo l’ingenua espulsione rimediata contro il Chievo, rimpiazzato da Parolo.
Tra fase di studio e tatticismi vari la partita non decolla prima della mezzora
Immobile e subito dopo Correa scaldano i guantoni di Reina, ma subito dopo è Calabria, con un diagonale dal limite respinto da Strakosha, ad accendere San Siro. Poco dopo però anche l’esterno per un problema fisico è costretto ad alzare bandiera bianca, sostituito da Conti.
Il meglio dei primi 45′ arriva in coda
Suso da buona posizione dopo una azione confusa angola troppo il pallone e spedisce sul fondo, ma le occasioni migliori in pieno recupero le creano gli ospiti, in mischia con Bastos e un attimo dopo con Correa dopo un pregevole scambio nello stretto con Luis Alberto.
I segnali lanciati dalla Lazio in chiusura di frazione vengono confermati nella ripresa
L’undici di Inzaghi prende decisamente in mano il controllo delle operazioni; Leiva al 6′ calcia di prima e costringe Reina a un super intervento, sul corner successivo Bastos di testa prende l’ascensore e di nuovo va a un passo dal vantaggio. Non basta, perché al 10′ il portiere spagnolo è ancora decisivo nel sbrogliare la matassa sul funambolico Correa.
Il Diavolo si spaventa e si rifugia nella propria area, l’Aquila prende sempre più coraggio. E al 13′ spicca il volo. Su un calcio d’angolo sbagliato dei padroni di casa parte il contropiede dei biancocelesti, Immobile serve sull’out sinistro Correa che con un tocco d’alta scuola d’esterno destro questa volta beffa Reina.
Con le spalle al muro Gattuso tenta il tutto per tutto inserendo Cutrone al posto di Caldara
La Lazio si chiude bene dietro e riparte in maniera intelligente, concedendo giusto una mezza occasione di testa a Piatek e un gol annullato – per fuorigioco – a Cutrone. Anzi le migliori occasioni arrivano sul fronte opposto, ma la scarsa lucidità degli attaccanti biancocelesti (Immobile su tutti) e la serata di grazia di Reina fanno sì che la contesa rimanga aperta – almeno virtualmente – fino alla fine.
La Lazio per la decima volta centra la finale di Coppa Italia
Inzaghi esulta: la disfatta con il Chievo è dimenticata e nell’ultimo atto nella capitale attende una tra Fiorentina e Atalanta. Senza dimenticare un occhio al campionato con una complicata rincorsa Champions da tentare. Da oggi con un paracadute in più.
(LaPresse)