CASERTA – Il governo ha deciso. Niente slittamento del coprifuoco: tutti a casa entro le 22 fino al 31 luglio, anche se già si parla di una possibile modifica al diktat il prossimo se il contagio lo permetterà. Cosa pensano i casertani delle restrizioni? Ne abbiamo parlato con loro.
“Siamo riusciti – spiega Tonia Cestari – a sopportare il coprifuoco alle 22 per tutto l’inverno perché il clima non ci invitava ad uscire. Ce l’abbiamo fatta anche perché abbiamo passato un’estate movimentata, l’essere rientrati nell’emergenza ci ha fatto sentire quasi responsabili. Ma credo che nessuno si aspettasse di arrivare ad aprile nella stessa condizione dello scorso anno. La cosa che ci fa sperare è il ritorno dell’estate, vorremmo fosse come quella dello scorso anno che ci ha fatto un po’ dimenticare l’emergenza. Limitare il tempo, anche se si tratta di un’ora (io in realtà speravo fosse spostato a mezzanotte) significa ‘tagliare’ un’abitudine. Se io prima andavo fuori a cena ora non posso, potrei fare solo l’aperitivo. E ciò significa che tutti faremo l’aperitivo. Limitare il tempo è condizionare le abitudini, per strada sarà il delirio, e non è solo il discorso dell’ora in più o in meno”.
C’è chi ormai si è abituato ai divieti: “Non ho avuto modo nemmeno di pensare al coprifuoco – dice Giulia Liotta – Purtroppo mi sono così adattata che ormai pensare di uscire ed avere una vita lontano da casa e lavoro sembra una cosa talmente lontana che non ho avuto modo di riflettere. Penso all’estate, abbiamo più voglia di uscire, anche di fare una semplice passeggiata. Credo che il coprifuoco non sarà così fino al 31 luglio, perché la campagna vaccinale andrà avanti e tutte le restrizioni man mano cesseranno. Siamo così abituati alle restrizioni che ormai non uscire ci sembra la normalità”. E’ invece favorevole Gloria Funiciello: “Penso che sia giusto, per il momento, mantenere il coprifuoco alle 22 almeno fino alla fine della scuola. Un calendario di riaperture per le attività di ristorazione era necessario per non esasperare gli animi ma oggettivamente contraddittorio per la chiusura anticipata. Purtroppo siamo scottati dal ‘liberi tutti’ dell’estate scorsa quindi io sono favorevole ad un’apertura graduale”.
Fabio Ragozzino è critico: “E’ difficile dare un’opinione senza insultare o imprecare contro persone o decisioni politiche. Diciamo che 60 minuti non cambiano la vita (molti penseranno così), invece è tanto, soprattutto nelle grandi città. Per quanto riguarda le giustificazioni inerenti a movida assembramenti di giovani per me non hanno senso. Penso che ormai ci vogliano ‘formattare’ nelle abitudini e nei consumi, la pandemia è un ottima occasione per testare, altrimenti non avrebbero creato il sistema multicolore. Non pensare a situazioni complottistiche è difficile, non parlo dei terrapiattisti o di teorie assurde, ma non farsi qualche domanda su chi ci governa ora come ora è veramente difficile”.