Coprifuoco, lo Stato sotto accusa

La rabbia degli esercenti, Mazza: “Tutto uguale a prima”. Merola: “Pochi aiuti”

CASERTA – Nessun tipo di servizio se non all’aperto e comunque non oltre le dieci di sera: cambia poco o niente per i ristoratori e gli esercenti dei pubblici servizi nelle ‘riaperture’ pensate dal governo. E’ unanime l’opinione tra i gestori di ristoranti e pizzerie, pub e bar: lavorare in queste condizioni è praticamente impossibile. Il morale degli esercenti è basso. “Ormai siamo rassegnati – sono le parole di Roberto Mazza del Bar Mazza di via Acquaviva – Anche se il colore delle regioni è diverso per noi non cambia nulla e restiamo costretti a servire i clienti all’aperto. Una situazione difficile, soprattutto a causa delle condizioni meteo. Anche il coprifuoco rappresenta un problema. Bisognerebbe aprire liberamente, senza tutte queste restrizioni”.

Se la situazione è disagevoli per i bar ‘diurni’ è ancora piè drammatica per i bar che lavorano prevalentemente in fascia serale. “Serve almeno un’ora in più per poter lavorare – dichiara Dario Merola, titolare de Il Manutengolo Uain Bar e di Mediterraneo Street Food in via Vico – E’ ingiusto colpire i commercianti se poi gli assembramenti si creano anche la mattina in strada e nei supermercati. Ci sono troppi controsensi in queste limitazioni. Non è una vera apertura se i limiti sono così stringenti. Bisogna poi considerare anche i problemi locali. A Caserta ancora si attende per i moduli per l’ampliamento dello spazio pubblico. I ristori che sono arrivati sono soltanto spiccioli e sono anche arrivati in ritardo”. La preoccupazione corre tra gli esercenti del capoluogo.

“L’importante è ripartire – sono le parole di Ivan Ferraro, titolare delle pizzerie Tre Farine a Caserta ed Aversa – Purtroppo non tutti hanno a disposizione degli spazi all’aperto. Sono molti gli esercenti che avranno difficoltà a lavorare se non addirittura dovranno interrompere quasi tutte le attività. Perché lavorando all’aperto ci ritroviamo tutti con il peso dei capricci del meteo. Purtroppo l’unica soluzione per uscire da questa pandemia sono i vaccini”. Aperti a cena ma a casa prima delle dieci. Sono tante le contraddizioni delle riaperture. Disagi che per alcune attività possono rivelarsi come una vera e propria condanna a morte. “Non tutti potranno beneficiare delle riaperture – a parlare è Antonio Iuliano di pizzeria Donna Sophia – ma si tratta comunque di un inizio. Speriamo che anche i colleghi possano tornare presto ad aprire. Il coprifuoco, invece, crea diversi problemi. E’ un controsenso consentire di uscire a cena se l’orario è così stretto. In ogni caso ci ritroviamo a dover lavorare all’aperto e non sempre il tempo lo permette. Gestire l’attività solo e soltanto all’aperto è anche pericolosa. Se un agriturismo si ritrova con diverse prenotazioni in caso di maltempo avrebbe molte disdette e di certo questo non aiuta il commercio”.

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